SARONNO Quando lo scorso 7 luglio aveva preso in mano il megafono per urlare il proprio no alle dimissioni di massa dei consiglieri comunali di centrodestra, che consegnavano la città al commissario, era partito spontaneo il coro «Porro candidato ieri, oggi e domani». E da quel coro Luciano Porro, 53enne medico di base e primo cittadino per 14 giorni, intende ripartire, proponendosi come aspirante sindaco per il Pd.Quando ha deciso di entrare nuovamente nella mischia elettorale?In realtà non ne sono mai uscito. Da quella serata in piazza ho continuato ad incontrare saronnesi, esponenti politici ma anche dipendenti comunali e cittadini, che mi hanno espresso la loro stima e la loro fiducia. Da più parti mi hanno chiesto di continuare quel percorso intrapreso con le ultime elezioni e quindi ho quindi ritenuto giusto rendermi ancora disponibile per una sfida che ho già affrontato e vinto.Una disponibilità che all’interno del Pd è stata
colta al volo senza bisogno di primarie, come invece era accaduto l’anno scorso.Credo che non avrebbe avuto molto senso ripeterle a distanza di così poco tempo. La linea tracciata dal partito con le primarie di gennaio è stata seguita fino ad oggi in modo coerente. Il nostro obiettivo è sempre quello di dare a Saronno una nuova guida che risponda in modo nuovo ed efficace ai problemi dei cittadini.Nella prima tornata della scorsa campagna elettorale il centrosinistra si era presentato diviso. Ripercorrerete questa strada?L’anno scorso aveva un senso: ogni componente, dall’estrema sinistra con Annamaria Nappo, alla lista civica di Proserpio fino al Pd, ha fatto il pieno di voti raggiungendo il traguardo che ci proponevamo: il ballottaggio. Poi ci siamo uniti ed è arrivata la vittoria e la mia proclamazione a sindaco. Credo che quella vittoria sia il messaggio di Saronno al centrosinistra: i saronnesi vogliono un’unità d’intenti e di candidature.
e.romano
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