GALLARATE «Lui stava spaccando tutto e la mia bimba mi diceva: “Mamma, ti prego, fallo smettere”. Poi mi è arrivato un calcio al petto, ancora oggi ringrazio che abbia preso me e non la bambina, l’avrebbe ammazzata». È un racconto agghiacciante quello fatto ieri nel tribunale di Gallarate. Marta, nome di fantasia, ha ricordato le violenze subite per anni da parte dell’ex marito, accusato di stalking, maltrattamenti in famiglia e lesioni. Un matrimonio durato 12 anni ma caratterizzato da rapporti molto tesi. «I problemi iniziarono già alla nascita del primo figlio, nel ’98. Lui continuava a sperperare soldi in videopoker». Poi Marta non ce la fa più. «Non c’erano i soldi per fare la spesa e lui si giocò mille euro alle macchinette». Chiese al marito la separazione, «lui si arrabbiò e mi raccontò che due anni prima mi aveva tradito con una autostoppista che aveva l’Aids. Mi è crollato il mondo addosso». Fortunatamente gli
esami, per Marta, diedero risultati negativi. La prima denuncia risale al 2008. «Prima mi aveva già picchiato, ma non l’avevo mai denunciato. Temevo per i bambini, ho avuto paura». Poi due anni di insulti, minacce, rifiuti di pagare gli alimenti. «Mi disse che piuttosto che pagare per i bambini gli avrebbe messo una corda intorno al collo». Marta scoppia a piangere in aula. «Possiamo fare una pausa» le dice il giudice. «No, continuiamo – risponde la donna – voglio finirla, perché sono stanca». In un altro caso l’ex marito, chiaramente sbronzo, prese il figlio al collo, sbattendolo contro il muro della cameretta. «Non riuscivo più a dormire, avevo paura per me e per i bambini». Altre volte l’uomo si arrampicò per cercare di entrare in casa dell’ex, che abitava in un comune del Gallaratese. «Mi chiedeva di perdonarlo. Di fronte ai miei rifiuti, iniziava ad insultarmi e a minacciarmi». La sentenza è attesa dopo l’estate.Tiziano Scolari
s.bartolini
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