Vi ricordate la celebre scena del film Johnny Stecchino con Roberto Benigni? «Se vai a Palermo, non toccare le banane!». Ecco, a Varese e dintorni cestistici si potrebbe mutuarla scherzosamente così: «Se vai da Alberto Castelli, non gli chiedere di futuro!». Il numero uno di Varese nel Cuore – confermato in carica al Consorzio lo scorso 15 febbraio, insieme a tutto il suo cda – sul domani biancorosso resta più abbottonato di un loden nei giorni della merla. Un po’ c’è da
capirlo: in questa Varese sospesa tra un presente finalmente apprezzabile sul parquet e un orizzonte in cui riprogrammare (o confermare?) la stanza dei bottoni, il compito che grava sul presidente è dei più delicati. Per una questione di opportunità, di equilibrio e anche di aspettative, interne ed esterne. Va bene dunque parlare di resurrezione, di consorziati («settimana prossima ne accoglieremo tre nuovi») e di stretto giro di posta sul campo, ma oltre le Colonne d’Ercole del qui e ora si pesca male.
Molto soddisfatto. Non faccio valutazioni tecniche, non mi competono: mi limito solo a notare come sia evidente che la Openjobmetis abbia trovato una quadra, anche dal punto di vista dell’armonia tra i suoi componenti. In campo c’è coralità, il gioco scorre più fluido ed è molto più godibile, anche agli occhi di un osservatore non esperto.
Sì, perché nemmeno nei momenti più bui ho smarrito la fiducia nelle persone che lavorano da noi. Per migliorare sono stati necessari degli aggiustamenti in corso d’opera, questo è fuori da ogni dubbio, ma altrettanto decisiva è stata la fiducia che ha aiutato a superare i frangenti più complicati. Gli artefici, in questo senso, si trovano sia nella parte tecnica, sia in quella societaria, ma in primis va citato Stefano Coppa: il presidente non si è mai nascosto dietro a un dito, prendendosi tutte le responsabilità.
La squadra degli ultimi tempi ha raggiunto un livello tale da poter regalare grosse soddisfazioni. In Coppa sarà difficile, perché Chalon gioca in casa: la spinta del pubblico amico potrà essere un vantaggio, ma anche diventare un boomerang. Rimango convinto della possibilità di una grande prestazione. Playoff: perché non provarci? Certo Reggio Emilia non arriverà a Masnago per fare una gita fuori porta… Vedremo: in dieci giorni sapremo la verità.
Non lo so. Oggi come oggi può accadere ancora di tutto. Nelle nostre consultazioni stiamo semplicemente portando avanti le istanze che ci sono pervenute dall’assemblea del consorzio di due mesi fa.
Sì, anche perché si tratta di decisioni ancora “in itinere”. Stiamo parlando in un lungo e in largo.
In questo momento è ancora prematuro rispondere: stiamo facendo dei ragionamenti che non sono inquadrabili in modo così schematico.