LAVENO MOMBELLO – È finita in manette una giovane donna rom di nazionalità francese, ricercata da anni per una lunghissima serie di reati contro il patrimonio. La 31enne, domiciliata stabilmente in Italia dal 2009, è stata arrestata nei giorni scorsi dai Carabinieri di Laveno Mombello con il supporto dei colleghi della Stazione di Maccagno, dopo anni trascorsi a sfuggire alla giustizia grazie a dodici identità diverse e a una strategia ben collaudata fatta di gravidanze ripetute e cambio continuo di domicilio.
La donna, che viveva tra le province di Monza Brianza, Ravenna e Varese, è stata condannata a oltre 15 anni e mezzo di reclusione con un provvedimento definitivo emesso dalla Procura di Busto Arsizio. Si tratta del risultato dell’unificazione di plurime sentenze passate in giudicato per reati commessi in numerose province: Varese, Rovigo, Como, Mantova, Ravenna, Cesena, Rimini, Aosta, Alessandria, solo per citarne alcune.
A confermare la sua responsabilità penale sono stati i riscontri dattiloscopici e fotografici raccolti nel tempo, visto che ogni reato veniva commesso sotto nomi diversi. La sua attività criminale si è protratta in modo continuativo dal 2012 al 2023, e solo ora è stato possibile ricondurre a un’unica persona il lungo elenco di crimini.
Particolarmente sconcertante è la modalità con cui la giovane rom francese ha evitato il carcere per anni: sfruttando l’articolo 275 del codice di procedura penale, si è più volte presentata incinta o madre di figli piccoli, condizione che impedisce l’applicazione di misure cautelari detentive più severe. Così facendo, è riuscita a rimanere in libertà nonostante una condotta criminale sistematica.
I reati per cui è stata condannata comprendono furti in abitazione, truffe, falsità ideologica, falsa attestazione a pubblico ufficiale, ricettazione, alienazione illecita di beni ereditari e molto altro. I colpi più pesanti sono stati messi a segno tra Casale Monferrato, Aosta e le località balneari della riviera romagnola, con condanne che solo per questi ammontano a oltre 9 anni.
Quando è stata arrestata, la 31enne si trovava già in custodia cautelare in un’abitazione del basso Luinese per un altro reato ancora da giudicare. Dopo la notifica della pena definitiva, è stata trasferita al carcere femminile di Como.
Con questo arresto, si chiude un lungo capitolo fatto di furti, raggiri e false identità, condotto da una giovane rom che per anni ha saputo sfuggire con astuzia alle maglie della giustizia italiana.