«Presi dei rischi che difendiamo. Ma quest’anno si può crescere»

Paolo Moretti respinge le accuse: «Siamo coscienti delle scelte. Serve lavoro»

«Incompatibilità tra i nostri giocatori? È un pensiero che non mi è mai passato per la testa, nella maniera più assoluta. Nel costruire questa squadra ci siamo presi dei rischi, che non abbiamo mai nascosto e relativi alle condizioni fisiche di alcuni uomini. Per migliorare conteranno il tempo e il lavoro, nient’altro: non esiste giocatore che nella mia mente sia a rischio per incompatibilità».

Si può mettere in discussione una compagine che ha un ruolino di marcia di 2 vinte-2 perse in campionato così come in coppa? Sì, evidentemente sì. Si può bocciare la coppia Anosike-Maynor cancellando dalla memoria un’annata in cui l’affinità tra playmaker e centro fu trovata solo a marzo e al costoso prezzo di diversi cambi tra le pedine? Sì, senza remore. Si può far finta di dimenticare che Paolo Moretti è un costruttore e non un gestore, che le sue squadre migliorano con il tempo in maniera proporzionale a ciò che imparano e che quest’anno, a differenza dello scorso, l’allenatore ha a disposizione un materiale da plasmare – tecnico e umano – fin dalla prima palla a due? Sì e ancora sì. Si può mettere in discussione la malleabilità di Maynor, Johnson, Anosike ed Eyenga – tasselli valenti da inserire in un contesto collettivo, non singoli fini a se stessi che devono gareggiare al campetto – facendo finta di non essere stati costretti a lavorare per mesi con i Galloway, gli Shephard, i Varanauskas e i Faye? Definitivamente, sì.

E allora la palla di cui sopra passa al coach. Che nell’anticamera di Pistoia-Varese, impegno domenicale della sua truppa, opportunamente sollecitato risponde ai dubbi serpeggianti nell’ambiente e riguardanti la sua creatura: «Incompatibilità play-centro? Squadra che non sa attaccare a difesa schierata? Io mi limito a dire questo: abbiamo costruito un gruppo e vogliamo portarlo avanti. L’anno scorso, ad un certo punto, ci siamo dovuti fermare, perchè ci eravamo persi. Quest’anno no: questi giocatori possono migliorare con il

lavoro. I rischi che abbiamo preso li conosciamo e non ho vergogna a ripeterli: due tra gli italiani più importanti vengono da un’estate di riabilitazione, Maynor è alla decima settimana di lavoro dopo un grave infortunio, Kangur va gestito e i giovani pagano l’altalenanza tipica della loro età. Volevamo una preparazione di 40 giorni per affrontare al meglio tutte queste situazioni: non è bastata. Mettere in discussione i miei, però, non mi è mai passato per la testa».

Intelligente (anche la domanda che la stimola) la riflessione sugli inizi ad handicap troppo ricorrenti: «Stiamo lavorando anche per questi – risponde Moretti – Hanno a che fare con la nostra produzione offensiva, che è davvero abbondante, ma pecca ancora di qualità nella selezione dei tiri e nel gioco “a metà campo”». Il resto dell’analisi è The Fleex Pistoia, il contendente di domani, quinta giornata di campionato: «Sarà una partita difficile, in un ambiente caldo e contro un avversario di talento, capace di mettere pressione offensiva e difensiva, con una serie di soluzioni molto variegata. Noi dovremo essere bravi a controllare il ritmo e a non cadere nelle trappole che la formazione di Esposito ci tenderà. Quella toscana è una trasferta alla nostra portata. La batosta di Klaipeda utile dal punto di vista mentale? Lo vedremo. Sicuramente abbiamo capito che il livello europeo è molto alto: se non si è pronti, si soccombe».