Firenze, 25 giu. (TMNews) – La Provincia di Firenze non si arrende, e insiste. Al rifiuto del Louvre, di prestare la Monna Lisa di Leonardo, replica l’assessore alla Cultura, Carla Fracci: “bisogna mobilitare il mondo intero, perché Firenze è la patria, la sede naturale di quest’opera d’arte, e riaverla, seppur per un solo periodo, sarebbe straordinario”. Non ci sta neppure il presidente del Comitato Nazionale per la valorizzazione dei beni storici culturali e ambientali, Silvano Vinceti, ente che ha lanciato una campagna di raccolta firme (obiettivo: 100 mila). “Comprendo le preoccupazioni del direttore del dipartimento del Louvre – fa sapere Vinceti- ma i problemi che egli pone per quanto concerne il trasporto sono superabili grazie a rigorose tecniche di conservazione”.
Nel 2012 la Provincia di Firenze, che si è fatta carico delle missione di portare la Gioconda in Italia, organizzerà una mostra dedicata alla figura della donna ritratta da Leonardo (“Alla ricerca di Monna Lisa”). Tanto che, da qualche mese, finanzia anche gli scavi sotto il grande complesso di Sant’Orsola, nella speranza di trovare i resti mortali di Monna Lisa.
Il quadro, ad ogni modo, non fu portato con la forza dai francesi via dall’Italia. Al contrario, fu lo stesso Leonardo nel 1517 a venderlo al re Francesco I, per una notevole cifra (4 mila ducati). In Italia, la Gioconda c’è già stata una volta, proprio a Firenze: ma, più che di un prestito, si trattò di un vero e proprio furto, ad opera di Vincenzo Peruggia, che la trafugò esattamente 100 anni fa. Quanto ai normali prestiti, il Louvre non concede il quadro di Leonardo (l’ultima volta a Tokyo) dal 1974.
Ieri, il direttore del dipartimento pittura del Louvre aveva dichiarato alla agenzia France Presse che un trasporto è impensabile. “Sul piano formale, non abbiamo ricevuto alcuna domanda ufficiale per un prestito”, ha spiegato Vincent Pomarède, direttore del dipartimento di pittura del Louvre. “In pratica, se non prestiamo la Gioconda è perché è estremamente fragile e un viaggio rischierebbe di causarle dei danni irreversibili”, ha sottolineato. Il quadro, realizzato fra 1503 e 1506, è dipinto a olio su una tela di legno di pioppo molto sottile. Con il tempo, si è incurvato e presenta una crepa visibile sul retro dell’opera.
Xfi
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