Un tempo faceva la differenza.
Non ha più le forze di sopperire alle mancanze altrui dopo aver remato troppe volte da solo negli ultimi tempi.
Hazah è bravo, davvero. Ma a Luoni dovrebbe lucidare le scarpe e null’altro.
Era il valore aggiunto, il muro invalicabile, il campione sceso dai professionisti, il maestro da cui prendersi le urla imparando in silenzio, il sempre sul pezzo, il concentrazione massima, il capitano perfetto, il leader indiscusso della squadra. Era.
Ci mette pure coraggio, colpendo di testa con la maschera in faccia. Ma non riesce a cavalcare quanto atteso e sperato.
Non attacca l’uomo che potrebbe, se volesse, saltare quando vuole.
Carisma, questo sconosciuto.
Non fa nulla più di Bottone, ma non ha alle spalle una carriera nel calcio vero e 31 anni sulla carta d’identità.
Alla fine gli è stata data quell’opportunità che tutti i tifosi volevano gli venisse data. E l’ha sprecata completamente.
Marco, buonanotte.
Si costruisce alla grande una palla gol, ma non la butta dentro. E basta.
Un po’ corre, ma se manca il coraggio pure a lui allora possiamo stare freschi.
Si conquista un rigore alla sua maniera: di forza, rabbia, volontà. Poi però lo tira snaturando se stesso: non di forza, rabbia, volontà, ma di precisione, rasoterra, un po’ lento. Così Houehoue fa il miracolo; e lui si ingessa fino a fine gara.
Un gol inutile se poi nessuno, lui compreso, crede di poterne fare altri.
Difficile (impossibile) avere una squadra con personalità se la costruisce un direttore sportivo senza personalità.
Forse ha una cosa sola, ma è la più importante. Che manca a quelli con addosso la maglia rossa: orgoglio.