«Prima, pensare. E sbagliare non è vietato»

Ieri la prima seduta di Stefano Bettinelli alla guida del Varese. Con l’in bocca al lupo dei suoi ex

Il ritorno a casa è una giornata come tante, per Stefano Bettinelli, perché di tempo da perdere non ce n’è molto. Il Betti è tornato al Varese e lo ha fatto a modo suo: poche parole e tanto lavoro sul campo, perché è solo così che si ottengono i risultati. Alle 14.20 inizia la sua avventura da allenatore del Varese, negli spogliatoi con coloro che da ieri in avanti sono “i suoi ragazzi”. Nella pancia del Franco Ossola c’è anche Silvio Papini, che rientra dunque ufficialmente a far parte dei ranghi societari. Un abbraccio a Fabrizio Nova, del settore giovanile, una carezza ed un saluto a Luca Alfano, amico prima ancora che tifoso.

«Ancora 5 minuti, volete?»

Alle 14.45 la squadra è in campo, in borghese c’è anche Federico Zazzi che tra un mesetto circa potrebbe rientrare in gruppo. Non c’è Giovio, per febbre, e Scapini lascia a metà seduta per un fastidio muscolare. Si parte con il torello, ci si diverte anche, nonostante ci siano già i turni punitivi con i piegamenti sulle braccia.

Circa una cinquantina i tifosi presenti. L’allenamento comincia sul serio: Betti parla, spiega, incita. «Non è vietato sbagliare, l’importante è ricominciare subito», «quando arriva la palla si deve pensare prima. Dopo, non si può».

I ritmi sono serrati, pettorine e dieci contro dieci sul campo. Poi il testimone passa a Ciro Improta, allunghi a campo libero mentre Rolando corre intorno al campo e cerca di recuperare. Il Betti si coccola Vingiano, forse riconosce in lui quel temperamento da Varese che vuole. Partitella 11 contro 10, spesso interrotta per spiegare: «Attaccare, sempre in avanti, aggressivi». Segna Cusinato. «Ancora 5 minuti, volete?”. Segna anche Benucci all’ultimo secondo: 1-1. Ore 16.35: fischio finale. Tutti in cerchio in mezzo al campo, applauso collettivo. È solo il primo giorno, c’è ancora tanta strada da macinare. Per finire, due parole con Michele Ferri, una carezza, si intendono al volo.

Papini: «Questa è casa mia»

Così come si era inteso al volo con i senatori di una volta, con Neto Pereira, che da Padova non manca di fargli un grande augurio: «Gli faccio un grande in bocca al lupo, è una persona a cui tengo molto. Mi ha dato molto durante la mia carriera, prima come vice di Sannino e poi come allenatore. Mi ha sempre aiutato e credo che in questo momento di grande difficoltà sia la persona giusta per il Varese. Ci siamo sentiti di recente, quando è nata mia figlia, ora aspetterò qualche giorno per poterlo chiamare e fargli gli auguri. Conoscendolo, so che sarà già sul pezzo e molto concentrato sul lavoro, perché è sempre stato così. Su di lui metto la mano sul fuoco».

Parole al miele anche da parte di un altro senatore, Gianpietro Zecchin, che da Mestre abbraccia il mister: «Ho mantenuto un grande rapporto con il mister, ci si sente spesso. Gli scriverò o lo chiamerò nei prossimi giorni, intanto lo abbraccio e gli faccio un grande in bocca al lupo. Mi auguro possa portare il Varese alla vittoria, sarebbe bello salire a braccetto insieme (Zecco è in testa al girone C con il Mestre). Tocco ferro, ma sarebbe fantastico».

Ieri, al fianco del Betti, c’era anche Silvio Papini, ormai rientrato quasi ufficialmente nei quadri societari dei biancorossi: «Mi ha fatto piacere sentire l’affetto dei tifosi storici che mi hanno accolto bene, non era scontato. Penso che lo abbiano fatto con il cuore, ed è bello. Varese è casa mia, ho iniziato a giocare qui nel ’65, sono rimasto 10 anni, poi ne ho fatti altri 10 da dirigente. Sono vicino alle nozze d’argento. Non avrò un ruolo preciso, spero di portare qualcosa di positivo insieme al Betti. Farò quello che ho sempre fatto senza avere un ruolo ben definito. Ad esempio domenica andrò a vedere Cuneo-Pro Sesto insieme al mister. Ho parlato anche con Verdelli, responsabile del settore giovanile, per stilare un programma. Mi troverete sempre allo stadio, è la mia seconda casa».

Presente al campo, ieri, anche Luca Alfano, amico di sempre di Bettinelli. Non è voluto mancare al suo ritorno: «Non potevo mancare, siamo grandi amici ed in questi anni siamo rimasti sempre in contatto. Mi spiace per Ciccio da un lato, ma dall’altro sono stracontento per Stefano. Ho seguito tutto l’allenamento e ci siamo parlati alla fine, come due vecchi amici che si ritrovano lì dove si erano lasciati. Perché al di là del calcio si instaurano rapporti che sai rimarranno in eterno. Penso che il Betti, dal momento che si è deciso di cambiare allenatore, sia la persona giusta al momento giusto. La sua saggezza, il suo modo di rapportarsi con i ragazzi, la sua umiltà, saranno gli stimoli giusti per vincere il campionato. E ho fatto una scommessa con Danilo Vago: nove punti in tre partite, vediamo se avrò ragione».