Primario di chirurgia e otto medici davanti al Gup a Varese

Accuse di truffa aggravata e falsità ideologica: l’indagine partita da una lettera anonima. I legali escludono riti alternativi.

VARESE – Un primario di chirurgia attivo in provincia di Varese e otto medici sono comparsi mercoledì 18 giugno davanti al giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Varese. Al centro del procedimento, una presunta truffa aggravata legata alla libera professione all’interno dell’Asst Sette Laghi e ipotesi di falsità ideologica in documentazione sanitaria.

Secondo l’accusa, il primario non avrebbe rispettato i regolamenti aziendali che disciplinano l’attività libero-professionale, favorendo alcuni pazienti con percorsi preferenziali per visite, ricoveri e interventi, riducendo i tempi d’attesa. Inoltre, in alcune cartelle cliniche sarebbe stata indicata la sua presenza fisica in sala o in ambulatorio, quando invece non sarebbe stato presente.

La posizione della difesa

Il medico, interrogato in aula, ha respinto con decisione ogni addebito, rivendicando la correttezza del proprio operato. La difesa ha sottolineato come, nel suo ruolo di tutor, potesse svolgere le proprie funzioni anche da remoto o attraverso consulenze mirate. Una lettura che, secondo gli avvocati Alberto Zanzi, Fabrizio Piarulli, Elisabetta Brusa e Gianmarco Beraldo, ridimensiona le accuse di falsificazione.

I legali hanno ribadito l’intenzione di non richiedere riti alternativi, convinti che il processo potrà chiarire pienamente la posizione dei loro assistiti, tutti estranei ai fatti contestati. L’Asst Sette Laghi, intanto, non si è costituita parte civile.

Un’inchiesta partita da una lettera anonima

A rendere ancora più singolare la vicenda è l’origine dell’indagine, avviata a seguito di una lettera anonima giunta in procura, contenente le segnalazioni poi oggetto di approfondimento investigativo.

L’udienza è stata aggiornata a dicembre. Non si esclude che il procedimento possa concludersi già in fase preliminare con il proscioglimento degli imputati, senza l’apertura di un processo vero e proprio.