Pro da serie D: patron, cacciali via

Crollo in Sardegna (0-4), ultimo posto vicino. Serve una rivoluzione in campo, in panchina e in società. Vavassori può ribaltare la situazione con un colpo di spugna. Uomini nuovi nei posti chiave e rinforzi

Basta! Basta! Basta! Non che occorresse prendere quattro schiaffi in Sardegna per denunciare una situazione insopportabile per la Pro Patria.
Non che servisse questa partita con la Torres per illuminare una scena drammatica e fin troppo abbagliante. Quasi accecante. Non si sentiva l’esigenza di un risultato umiliante per rendere tutti partecipi di una realtà opprimente: in questo modo non si va e non si può andare avanti. La strada è quella della retrocessione diretta. Con l’ultimo posto che ormai allunga sulle spalle di Serafini e compagni le sue tenaglie.

Chi ha gestito finora la Pro, sotto mentite spoglie, la lasci lì, per favore. Se ne vada. Chi ha fatto disastri a Bellaria, Montichiari e Monza abbandoni Busto Arsizio prima di radere al suolo anche il mitico Carlo Speroni. Non sfiori più, nemmeno con un dito, la maglia della gloriosa Pro. Lui e tutta la sua corte dei miracoli che si è portato appresso. Via tutti. Stiano alla larga da Busto e non osino entrare allo Speroni, un tempio che stanno profanando.
Basta, patron Vavassori: tocca a lei intervenire in maniera decisa per recidere i tantissimi rami secchi, fare qualche innesto e tentare di rifiorire in primavera. Tocca al numero uno lanciare segnali concreti e confortanti a cominciare da un mercato che fornisca qualità e sostanza ad una squadra in balia anche della minima brezza. In panchina serve una guida sicura che pensi tutti i giorni della settimana a come mettere in campo la squadra e non a stilare comunicati stampa a poche ore di una partita o a tentare di blandire una tifoseria che ha ben chiari i contorni della situazione tigrotta. Servono figure societarie e tecniche di riferimento che possano essere credibili per lo spogliatoio. Insomma, urge un intervento vigoroso e coerente con quanto il patron ha sempre dichiarato e cioè di voler salvare la Pro Patria.

I colori biancoblù vanno tolti dalle mani di un personaggio esperto in disastri: probabilmente il patron, che temporaneamente glieli aveva dati in gestione, è stato anche mal consigliato da qualche personaggio che nel mondo del calcio sta lassù. Un inciampo del quale si è accorto lo stesso Vavassori. Non c’è a tal proposito nessuna dichiarazione ufficiale e nemmeno alcuna confidenza. Solo sensazioni. Dunque, che farà Vavassori? Lascerà che la navicella tigrotta vada alla deriva ad infrangersi contro qualche scoglio, oppure

darà una strambata per metterla su una rotta più sicura? Se qualcosa dovesse succedere, se il patron ha intenzione di mettere in piedi una rivoluzione, questi sono i giorni utili. Questo è il carpe diem per chi ha permesso che la società tigrotta, già anni fa, non finisse nella tomba. Da oggi in avanti sono attese novità nel tentativo di mutare una stagione disgraziata. Ci saranno? Chissà. Una certezza esiste: andando oltre questa settimana, la Pro non avrebbe più scampo.

Caro patron Vavassori, batta un ultimo colpo. Se non ora, quando?