Processo Anaconda, violato il diritto di difesa: è tutto da rifare

Svolta nel processo che vedeva imputati gli educatori del centro Anaconda di Varese. Secondo il giudice è stato violato il diritto alla difesa

VARESE Si è svolta oggi, mercoledì 16 novembre 2022 alle ore 15, l’ultima udienza preliminare del processo “Anaconda” che vedeva imputati gli educatori dell’omonimo centro per ragazzi disabili situato in via Rainoldi.

A seguito delle discussioni delle udienze precedenti, il giudice Giuseppe Battarino ha accolto le eccezioni riguardanti la violazione del diritto di difesa e ha restituito quindi gli atti al PM.
Questo comporta, sostanzialmente, l‘annullamento di tutto quanto fino ad oggi fatto e l’accoglimento delle tesi degli avvocati difensori Maurizio Montalbetti, Luca Marsico, Giorgio Macchi, Mauro Pagani, Fabio Ambrosetti, Carlo Tremolada e Federica Bonomini.

In particolare, il giudice ha interpretato in modo conforme alla costituzione le normative relative alla possibilità di accesso e visione delle intercettazione ambientali. In pratica, la Procura non ha dato la possibilità ai difensori e agli imputati di accedere ai video (fonte principale di prova), impedendo di fatto ogni possibile difesa.
Il giudice ha inoltre sottolineato la confusione del fascicolo e degli atti che comporta in egual modo la violazione del diritto di difesa.

Ora la palla torna nelle mani del PM che, per poter nuovamente procedere e chiedere un nuovo rinvio a giudizio, dovrà riordinare sia il fascicolo che rendere disponibili gli oltre 4 terabyte di filmati oggetto di indagini.

Gli imputati che avevano chiesto il patteggiamento, due in tutto, hanno visto accettate le loro richieste e sono stati condannati rispettivamente a 1 anno e 4 mesi e 2 anni di reclusione con pena sospesa.