Via dei Mille, i profughi “sfrattano” una delle due famiglie residenti: «La situazione sta continuamente peggiorando». E i vicini denunciano gli schiamazzi dei giovani africani che giocano a pallone nel campo da tennis dell’ex Cral dell’Enel.
Dai 40-50 che avrebbero dovuto essere, stando alle ripetute rassicurazioni giunte dalle istituzioni in questi mesi, i richiedenti asilo ospitati nella palazzina dell’ex Cral Enel di via dei Mille sono ormai stabilmente almeno in settanta. Stipati negli appartamenti del residence trasformato in centro di accoglienza, uno dei più grandi di tutta la provincia.
Il tempo passa e il numero di ospiti aumenta, in attesa che si verifichi se il termine del 31 dicembre, quando scadrà la convenzione con il privato, l’azienda agricola Katiusha Balansino di Arona, per l’utilizzo della struttura, verrà rispettato o prorogato. Così la famiglia di quattro persone che vive nella palazzina, l’unica proprietaria di uno degli appartamenti riscattati dall’Enel (l’altra che ci abita è ancora in affitto dalla compagnia elettrica), ha fatto le valige ed è scappata via già da una decina di giorni, prendendo in affitto un appartamento arredato. Un paradosso: «Ce ne siamo dovuti andare via da casa nostra, peggio di così non so cosa potrebbe capitare ad una famiglia» raccontano gli ex vicini dei profughi, che stanno valutando di rivolgersi ad un legale per far valere i propri diritti, visto che le regole condominiali e urbanistiche sarebbero state completamente calpestate. Del resto la convivenza stava diventando impossibile: il numero di profughi è ormai oltre i livelli di tollerabilità.
E da giorni ormai anche i vicini di casa dei palazzi intorno all’edificio occupato dai richiedenti asilo cominciano a protestare per gli schiamazzi che arrivano durante il giorno dal cortile della palazzina dell’ex Cral Enel. Sono i profughi che si sfogano giocando a pallone nel campo da tennis della palazzina. «Ci contattano le persone che lavorano lì vicino per denunciare il rumore insopportabile che proviene dalla palazzina dei profughi» sottolinea , leader del movimento civico La Voce della Città. «Ora questa storia deve finire, è stata gestita in modo inaccettabile. Se l’amministrazione continuerà a lavarsene le mani, come se non fosse responsabile di quel che avviene a Busto Arsizio, convocheremo un presidio di protesta di fronte alla palazzina di via dei Mille per far conoscere ai cittadini quello che sta accadendo».