Via dei Mille, ecco una nuova tornata di profughi: ne sono arrivati altri 26. Ora i “vicini” dell’improvvisato centro di accoglienza non ci stanno più: «La situazione continua a peggiorare». E il sindaco già oggi chiederà «trasparenza» sulla vicenda al prefetto di Varese, con cui è costantemente in contatto.
I nuovi profughi sono arrivati ieri mattina, a bordo di un pullman della Polizia, e si sono sistemati negli appartamenti di via dei Mille gestiti dall’azienda agricola di , nella palazzina dell’ex Cral Enel che ormai da due settimane è diventata un vero e proprio centro d’accoglienza di emergenza per i richiedenti asilo che, provenienti in prevalenza dalle “polveriere” di Libia, Egitto e Siria, continuano a sbarcare senza sosta sulle coste del Sud Italia.
Ora il numero di profughi ospitati in via dei Mille supera le 50 unità, più di quanto era stato inizialmente prospettato all’amministrazione comunale, anche se il “carico” arrivato ieri – sarebbero profughi siriani – potrebbe essere solamente di passaggio verso altre destinazioni.
«Ho parlato al telefono con il prefetto e gli ho chiesto di concordare già da oggi un percorso per governare con più chiarezza e con modalità trasparenti l’intera vicenda», ha spiegato in serata il sindaco Gigi Farioli, che ancora non ha notizie ufficiali sull’evoluzione degli arrivi in via dei Mille. La sua preoccupazione è quella di poter dare risposte certe, dopo che per una settimana, in sua assenza, si sono rincorse voci incontrollate.
Di certo gli abitanti dei pochi appartamenti della palazzina dell’ex Cral Enel, ma anche i residenti dei condomini intorno, si sentono quasi presi in giro di fronte all’ennesima, inaspettata, ondata di nuovi arrivi.
«Ci avevano detto che la cosa era sotto controllo, che i profughi non sarebbero stati più di 25-30, che sarebbero rimasti al massimo per otto mesi – confessa un capofamiglia residente in loco – Se la situazione era già precaria all’arrivo dei profughi, ora continua a peggiorare in modo preoccupante».
Ancora una volta al Comune si chiedono risposte chiare e soprattutto certe: il timore che la palazzina venga invasa dai profughi è ben presente. Ma soprattutto, visto l’aggravarsi dell’emergenza a livello nazionale, comincia a serpeggiare la paura che l’utilizzo dell’ex Cral Enel come centro di accoglienza diventi permanente: «Purtroppo sappiamo che in Italia tutto ciò che è provvisorio diventa spesso definitivo».
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