«Progetto serio e pluriennale. La società lavora: stiamo sereni»

I vertici del Varese credono nel presente e guardano al futuro. Baraldi: «Tutti a Chieri. E lunedì incontro importante»

Ieri, mentre la Prima squadra si allenava in vista del Chieri contro la Juniores (5-0 il finale a favore dei “grandi”), la dirigenza biancorossa – il presidente Fabio Baraldi, il vicepresidente Aldo Taddeo e il general manager Paolo Basile – si radunava intorno a microfoni e taccuini per lanciare un messaggio alla squadra e all’ambiente.

Un messaggio che parla di serenità: «Salire quest’anno sarebbe importante: non molliamo. Ma lo è di più poterlo fare l’anno prossimo».

La testa e gli sforzi dei vertici biancorossi vanno anzitutto alla solidità e al futuro della società. Così spiega il numero 1 Baraldi: «Le due anime della società sono state scisse proprio per questo. E noi siamo sereni. Sono stato qui questi due giorni per lavorare, trovando grandissimi consensi da chi c’era e chi ci sarà. Tutti sono contenti di far parte di questo progetto: partner e sponsor che stanno prendendo accordi con noi per i prossimi cinque anni».

«Stiamo parlando di sponsor, partner, attività che stiamo svolgendo a lato – prosegue Taddeo – Non è il momento di fare nomi, quello che conta è che la quadratura societaria c’è. Così, il messaggio forte è: bisogna stare sereni. Chi vuole far parte di questo progetto è ben accetto. E si tratta di un progetto chiaro, serio, pluriennale. E molto preciso: sviluppare il settore giovanile. E creare i presupposti per la prima squadra per lavorare bene oggi, domani e anche dopodomani. Stiamo lavorando per questo e questo si fa con il lavoro: essere in tre dà più intensità».

Fissate le priorità, il discorso passa anche al campo. Con una premessa da parte del presidente: «Perché abbiamo perso con il Legnano? Perché questo è sport: il Napoli perde a Palermo, così può capitare al Varese con il Legnano. Questo si chiama sport».

Taddeo e Basile proseguono: «La nostra serenità deve far capire che o ci riusciamo o ci riproviamo – spiega Taddeo – Abbiamo ancora le carte per provarci e dobbiamo provarci. Se non è il primo posto, deve essere il secondo e giocarci tutti i playoff fino in fondo. Questo è l’obiettivo: fare il meglio possibile fino alla fine».

Conferma Basile: «Ho sentito parlare di proclami. Ma come dicevo in passato, così ribadisco: se ti chiami Varese non fai una serie D a salvarti, ma a vincere. Se ci riesci, bene; se no, ci riprovi». Il general manager dice la sua anche sui pochi risultati raccolti al Franco Ossola: «Forse ci sono ragazzi non abituati a un palcoscenico così. Ho sentito parlare di società, guai societari, mister, moduli: ma a sette/otto giornate dalla fine non credo sia questione di queste cose. Si entra in campo e serve qualcosa in più. Il mister parlava di limiti: non credi siano di rosa. Parlo con addetti ai lavori e dicono che il Varese ha una delle rose più attrezzate: c’è gente che ha giocato in serie A, in B, che ha vinto questa categoria. Quindi fatico a trovare una spiegazione».

«Se la domanda è “il Varese non ha carattere?” io ricordo la partita con la Pro Sesto, vinta di carattere. Certo Masnago è un palcoscenico importante ed esigente – dice il vicepresidente – Certo, capisco il pubblico che vuole risultati. E li vogliamo anche noi: chi mette i soldi vuole risultati. Ma prima dei risultati vorrei sempre un bel gioco».

Conclude Basile: «A Varese il tifoso vuole vincere. Il tifoso non mi chiede “cosa state facendo per i giovani? State facendo lavori allo stadio? Un campo in sintetico? State prendendo pulmini, personale e palloni?” ma mi chiede: “Come facciamo a salire?”. Per salire, devi vincere. Ma noi come società dobbiamo lavorare. Il bello è che i ragazzi della Curva l’hanno capito e mi hanno detto: “se non sarà quest’anno, sarà il prossimo. L’importante è una società solida per poterlo fare”».

La società quindi lavora, serenamente. Rimanendo vicina alla squadra, come farà il presidente Baraldi nel weekend: partita sabato sera a Siracusa con la sua Canottieri Napoli, poi aereo verso Malpensa e macchinata con Basile e Taddeo domenica verso Chieri. Weekend lungo che si chiuderà lunedì, quando il pres avrà «un appuntamento importante a Varesello» come da lui svelato.

Mentre la società fa la sua parte, la squadra fa altrettanto. Ovvero, ci crede. Lavorando, al massimo. Non molla. La corsa sul Cuneo a +4 è difficile, non impossibile.

Negli occhi del generale Bettinelli e di molti suoi soldati c’è il sacro fuoco della rivincita: si vede in campo durante l’amichevole, si vede nel parcheggio del centro sportivo di Albizzate, si sente nelle parole di quelli che, tre giorni dopo, parlano ancora della brutta figura contro il Legnano. Martedì il confronto negli spogliatoi è stato duro, vero. E ha acceso una scintilla. C’è rabbia e volontà di reagire. Per Chieri, Ferri e compagni hanno preparato la mimetica: a cinque giornate dal termine non contano tecnica e tattica, ma solo la volontà. Quella di andare in battaglia. Uniti. Da Varese.