Quando il dolore diventa speranza: 150mila euro di amore per i bambini malati

Grazie alla generosità di decine di benefattori e all’instancabile lavoro della Fondazione Il Ponte del Sorriso, i reparti pediatrici degli ospedali varesini si arricchiscono di tecnologie all’avanguardia e arredi accoglienti. Una catena di gesti nati spesso dal lutto, trasformati in strumenti concreti per curare e far sorridere i piccoli pazienti. Un atto collettivo d'amore che rafforza il legame tra la sanità pubblica e il cuore del territorio.

C’è chi, dopo una perdita, si chiude nel silenzio. E c’è chi trasforma quel vuoto in una forza potente, capace di far nascere nuova vita, nuova cura, nuova speranza. È questa la vera essenza dell’incredibile ondata di donazioni che ha investito l’ASST Sette Laghi: oltre 150mila euro in strumentazioni mediche e arredi pediatrici, frutto della determinazione della Fondazione Il Ponte del Sorriso e della generosità senza limiti di una comunità intera.

Dall’ecografo di ultima generazione per la Terapia Intensiva Neonatale ai carrelli servitori per il Pronto Soccorso Pediatrico, passando per culle moderne, poltroncine colorate, carrozzine su misura, fibrolaringoscopi, tiralatte professionali e persino un’intera ambientazione tematica in Medicina Nucleare, ogni oggetto ha un volto, una storia, una dedica.

Dietro ogni strumento, un cuore che pulsa

Non è solo tecnologia a parlare, ma l’anima di chi ha scelto di fare la differenza. Come Stefania e Gabriele, che hanno rinunciato ai regali di nozze per donare un bilirubinometro. O come i familiari di Giorgio Noris, il giovane la cui vita si è spezzata troppo presto, che hanno voluto che il suo nome vivesse tra le incubatrici della Neonatologia. Oppure ancora i clown Spinciufla e Smemotto, che da sempre portavano allegria tra i piccoli degenti e oggi rivivono nel colore acceso delle carrozzine pediatriche.

Una rete di amore che abbraccia ospedali e famiglie

«Le donazioni che abbiamo potuto realizzare raccontano storie di dolore trasformate in speranza», afferma con emozione Emanuela Crivellaro, presidente della Fondazione. «Insieme possiamo davvero cambiare le cose». E non è un’iperbole: i dispositivi donati migliorano radicalmente la qualità delle cure, rendendo meno traumatici gli esami, più precisi i risultati e più caldi gli ambienti. Un impatto concreto, quotidiano, su migliaia di bambini e le loro famiglie.

La sanità pubblica non può farcela da sola

Il messaggio è chiaro e arriva anche dai vertici dell’ASST. «Il nostro sistema sanitario ha bisogno del supporto del territorio», sottolinea il professor Massimo Agosti, Direttore del Dipartimento materno-infantile. Non bastano i finanziamenti istituzionali. Serve il cuore della gente. Serve che qualcuno raccolga la sofferenza e la trasformi in bellezza, come fa Il Ponte del Sorriso.

Tecnici e medici ringraziano con gratitudine sincera: ogni reparto coinvolto ha ricevuto strumenti che cambieranno il modo di lavorare e curare. Ecografi senza radiazioni per diagnosi rapide e sicure, sonde avanzate, videorinolaringoscopi pediatrici, culle ergonomiche per neonati, ambienti terapeutici immersivi per abbassare l’ansia dei piccoli durante esami complessi.

Alta tecnologia e alta empatia: un connubio vincente

Il dottor Carlo Baldioli, Responsabile della Pediatria di Cittiglio, lo dice chiaramente: «Non si tratta solo di strumenti, ma di empatia. Quelle carrozzine colorate ridanno un po’ di libertà e sorriso ai nostri piccoli pazienti». E il dottor Leonardo Callegari, della Radiologia di Varese, elogia l’ecografo donato: «Sicuro, preciso, facile da usare. Un alleato prezioso che migliora concretamente la qualità della diagnosi e, di conseguenza, della cura».

Un modello virtuoso da replicare

Quello che è successo grazie a Il Ponte del Sorriso è molto più di una semplice raccolta fondi. È la dimostrazione che il terzo settore, quando lavora con trasparenza, passione e visione, può fare la differenza nella sanità pubblica. E può farla partendo dal basso, dal dolore condiviso, dal desiderio di non dimenticare e di lasciare una traccia luminosa anche nella notte più buia.

Non si tratta solo di macchinari. Si tratta di vite. Di bambini che potranno essere curati meglio, più in fretta, con meno paura. Di famiglie che troveranno in corsia non solo un medico, ma anche un ambiente che sa accogliere. Grazie alla Fondazione Il Ponte del Sorriso e a chi ha scelto di donare, la sanità pediatrica varesina oggi è più forte. Più umana. Più giusta. E ha il volto commosso di chi, dal dolore, ha saputo far nascere un nuovo sorriso.