Il day after della Hs Cimberio Varese ha in bocca il dolce retrogusto che solo una vittoria è capace di regalare. Il cuore e la mente proiettano le immagini di un trionfo “senza se e senza ma” sul piano tecnico, accompagnate dall’orgoglio di essere fra le prime quattro squadre d’Italia.
Un quadro inedito che sta facendo sorridere quella parte di città ammalata di sport e di pallacanestro, qualunque essa sia.
Inevitabile ripercorrere le emozioni appena vissute, scrutando – al contempo – il prossimo futuro: «Siamo molto soddisfatti – esclama , presidente ed ex giocatore della Cimberio – Sapevamo della differenza tra noi e Giulianova, ma all’andata avevamo litigato un po’ troppo con il canestro (“solo” +6 lo scarto finale ndr). Sabato, invece, abbiamo giocato davvero tutti bene».
Il sogno continua dunque: nelle semifinali che si apriranno il 28 febbraio, Varese si troverà in compagnia di Briantea, Porto Torres e Santa Lucia Roma, la sua avversaria diretta. Cambia la formula: non più somma dei canestri tra andata e ritorno, ma finale da conquistare al meglio delle tre partite. «Ora si fa
difficile – continua Marinello – Roma, sulla carta, è nettamente superiore a noi, anche in virtù della sua esperienza pluriennale. Non abbiamo nulla da perdere, tuttavia». Nell’attesa di un futuro che rimane tutto da scrivere – questa Cimberio ha dimostrato di saper scalare le montagne – guardarsi indietro ed essere felici non è peccato.
Chi si sarebbe mai aspettato di arrivare fin qui? «Quattro anni fa, momento in cui siamo stati costretti a smettere, era un traguardo difficile da ipotizzare. Ci avrei messo subito la firma. Questo percorso è frutto di un miglioramento che è passato dalla scelta di un valido allenatore e dei ragazzi che ci hanno riportato in A1, nonché dalla possibilità di confrontarci con squadre più forti».
Rimarcando la stella polare del gruppo, non si vuole far torto a nessuno citando il coreano Kim come uno degli atleti che destano la maggiore impressione. Contro Giulianova è sembrato un gigante fra i bambini: «È stata una scelta mirata – confida il presidente – Era stato nominato miglior giocatore ai Giochi Asiatici e lo abbiamo riportato in Italia dopo l’esperienza a Macerata. Ci ha fatto fare un salto di qualità enorme, soprattutto a rimbalzo». In conclusione si torna alla magia del Palawhirpool: «Nonostante il carnevale e il maltempo abbiamo coinvolto un buon numero di pubblico, inusuale per il basket in carrozzina. Giocare lì dà una motivazione extra».