«Quelle revisioni erano troppe Che paura per i bimbi in auto»

«Per anni ho segnalato che il numero delle revisioni eseguite dalla Motorizzazione Civile di Varese era spropositato. Assurdo».

, impiegato della Motorizzazione varesina, da 22 anni delegato sindacale per il sindacato di base, è stato prosciolto l’altro ieri in seno alla maxi udienza preliminare che ha visto 50 condannati con pene per un ammontare complessivo di 80 anni, e 35 rinvii a giudizio. Lui, difeso dall’avvocato , è stato prosciolto: non ha mai commesso alcun reato.

Prosciolto anche , assoluzione invece per , anche loro impiegati della Motorizzazione varesina, anche loro completamente innocenti, entrambi assistiti dall’avvocato .

Il caso di Macaluso, però, è estremamente interessante alla luce del terremoto di mazzette in cambio di revisioni fantasma, che ha scosso le stanze dei funzionari della Motorizzazione con la condanna di due ingegneri, e il rinvio a giudizio di un terzo ingegnere e di un ausiliario.

In questo contesto Macaluso appare come una Cassandra, anzi forse un Savonarola «visto che nelle rare risposte ricevute venivo avvisato che le mie affermazioni erano passibili di denuncia».

Che affermazioni? «Quelle relative al numero assurdo di revisioni eseguite – spiega Macaluso – Io agivo da sindacalista, ma anche da funzionario pubblico che allo Stato ha giurato fedeltà. Era semplice matematica: se per eseguire una revisione con tutti i crismi, che rispettasse tutti i canoni, occorreva, ad esempio, 30 minuti. Com’era possibile che a Varese ne venissero effettuate sessanta in un pomeriggio? Sto utilizzando cifre ipotetiche, ma il rapporto numerico da me rilevato aveva queste percentuali».

Quel dato strano, quell’anomalia segnalata per anni dal sindacalista e per anni ignorata, avrebbe dovuto rappresentare una spia d’allarme.

E alla luce di quanto poi sostenuto dalla procura quel dato rispecchiava effettivamente una realtà bizzarra: revisioni fantasma, con i mezzi che nemmeno arrivavano sul piazzale, in cambio di tangentine tra i 100 e i 250 euro. «Non sono mai stato testimone di un illecito – spiega Macaluso – In caso contrario, avrei denunciato tutto. Ne facevo una questione di sicurezza sulla strada: revisioni malfatte, eseguite in modo superficiale per fare in fretta, mettono a repentaglio la sicurezza di tutti. Perché se poi la macchina non frena magari qualcuno ci rimette la vita».

E il sindacalista, per sensibilizzare tutti sul tema, aveva distribuito dei volantini sui quali c’era scritto: «Ricordati che sulla strada viaggia anche tuo figlio».

Obiettivo: «Sensibilizzare tutti a fare un lavoro scrupoloso», dice Macaluso che aggiunge: «Tra l’altro la norma relativa ai mezzi degli spettacoli viaggianti (le giostre, per capirci) aveva all’epoca maglie troppo larghe».

Macaluso fu indagato per pura formalità: «Sono stati due anni d’inferno – conclude – Mi sono anche autosospeso dal sindacato. Ma ho sempre avuto fiducia nella giustizia. E nella mia innocenza. Che è stata ampiamente dimostrata».

E il sindacalista, a fine udienza, ha voluto stringere la mano al giudice e al pm: «Ben vengano indagini come queste in seno alla pubblica amministrazione. Lo Stato si rispetta».

Varese

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