LUINO Non ci sono solo le parole di <+nero>Achraf El Azhar<+tondo>, ragazzo di Luino di 22 anni, a raccontare la brutale violenza di cui è stato vittima. Ci sono i referti medici. Quelli del pronto soccorso di Luino e dell’ospedale di Como. Dove è stato operato due volte. Gli hanno inserito due placche in testa: una per saldare lo zigomo, l’altra per ricomporre la mascella.
«Le ossa erano a pezzi – spiega – e se tutto va bene, fra sei mesi e mezzo dovrò essere rioperato di nuovo. Per estrarle. Nella speranza che le fratture si siano saldate». Ma c’è anche di più. C’è un pestaggio brutale, senza spiegazioni o motivi scatenanti, ripreso dalle telecamere di videosorveglianza del Just In di Germignaga. Chi le ha viste è rabbrividito di fronte a tanta violenza improvvisa. E il Commissariato di Luino userà proprio questi filmati per inchiodare i responsabili: almeno quattro ragazzi che si sono accaniti sul giovane. Si spera siano identificati il più presto possibile. Anche alla luce della querela presentata dal ragazzo di origini marocchine assistito dall’avvocato, Andrea Pellicini.
Intanto restano le ferite, gli incubi di notte, la paura e gli interrogativi. «Uno pensa di essere vicino a casa, al sicuro – ricorda Achraf – e invece ho rischiato la vita. E la cosa che mi fa più male è il fatto che tutto si sia scatenato senza alcun motivo». L’aggressione,
assicura il ragazzo, non ha infatti matrici razziali. «Mentre mi picchiavano – conferma -mi gridavano di tutto. Parolacce e insulti. Ma niente a che vedere con le mie origini. Erano le classiche parolacce che possono offendere chiunque. Perché sarebbe potuto capitare a chiunque. Anche se al mio posto ci fosse stato un altro».
Ed è questa brutale violenza gratuita, per questo ancor più imprevedibile, a fare impressione. Dopo l’incubo, però, è arrivata la solidarietà. «I miei amici mi sono rimasti sempre vicini in questi giorni. Mi accompagnano se devono uscire di casa e vengono a trovarmi di continuo. Non vogliono lasciarmi da solo. E io sono più tranquillo così. Dopo quello che mi è successo – confida – un po’ di timore rimane». E anche Luino ha risposto presente. «Ci sono tante mamme come me che mi incontrano e mi chiedono come sta mio figlio. E mi danno coraggio e solidarietà – sottolinea la madre del giovane, Fatima El Idrissi -: ora attendiamo con fiducia che la giustizia possa fare il suo corso».
b.melazzini
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