Cronaca di un’altra giornata fatta al contrario: toccherà farci l’abitudine, al Varese. C’è però la necessità di fare un po’ d’ordine, perché le cose rispetto a lunedì sono un po’ cambiate.
Allora. Avevamo disegnato uno scenario ben preciso, riassumibile in tre punti: Ramella allenatore, Ambrosetti direttore sportivo, D’Aniello relegato al ruolo di segretario.
Tutto vero, tutto confermato (ovviamente): solo che alcune cose sono cambiate. Iniziamo da quello che cambiato non è: Ernestino Ramella è il nuovo allenatore del Varese. L’ufficialità non c’è ancora, ma tutto è già deciso: tanto che l’ex punta biancorossa si è lasciata andare a una chiacchierata con noi, senza peli sulla lingua e senza preoccuparsi di nascondere l’emozione.
«Abbiamo fatto una bella chiacchierata – ci ha detto – e nelle prossime ore dovremmo concludere tutto. Siamo d’accordo su ogni cosa, ma ci sono alcune cose da definire: il mio staff, i programmi, la gestione pratica». Ramella sognava da una vita di sedersi sulla panchina del Varese: «È una cosa bella, ma la cosa più bella è la telefonata che ho ricevuto da Virgilio Maroso. Mi ha detto “Papà Peo ti sta guardando da lassù, non sai quante volte in casa diceva che avrebbe voluto prenderti ad allenare il Varese”. Telefonate del genere fanno piacere, ma proprio tanto. Perché per me il Peo è stato tutto: mi ha portato via dal mio paesino della Lomellina che avevo 15 anni per portarmi a Varese, ed è iniziato tutto così. E pensate un po’: ieri mi ha chiamato Virgilio, e ieri era il compleanno del Peo. Questi per me sono dei segnali, segnali molto positivi».
Detto di Ramella, adesso passiamo al resto. Perché, come detto, quella di ieri non è stata una giornata semplice. Perché stando a quanto ci riferiscono i nostri spifferi (che però di solito ci prendono, eccome) l’idea di dare ad Ambrosetti il ruolo di ds è tramontata nel giro di 24 ore. Lunedì all’ex biancorosso era stato effettivamente offerto di tornare ad occupare il ruolo che aveva già ricoperto lo scorso anno, ma poi qualcosa è successo.Cosa? Difficile dirlo con certezza. Sembrerebbe però che D’Aniello abbia in qualche modo puntato i piedi, rifiutando il ruolo da segretario che gli era stato prospettato e rilanciando l’organigramma che aveva
già messo nero su bianco, ottenendo così qualcosa. Ore frenetiche, fatte di trattative ed estenuanti tira-molla, che hanno ribaltato la situazione. Niente direttore sportivo, Ambrosetti illuso e scaricato nel giro di una notte, e uno scenario tutto nuovo. Con Spartaco Landini pronto a svolgere il suo ruolo di “consulente” e Aldo Preite in società. E un settore giovanile diretto da Marco Caccianiga affiancato da Mario Belluzzo.Tutto, ovviamente, è in divenire e può cambiare nel giro di poche ore: funziona così. In attesa di ufficialità (oggi potrebbe arrivare quella di Ramella e del suo staff, che dovrebbe essere composto da Maltagliati, Milana e Doto), bisogna accontentarsi di questo.
Ah, un’ultima cosa. Ieri abbiamo parlato di Ramella e Ambrosetti, mentre non abbiamo scritto nulla della visita del console onorario iracheno nella sede del Varese.
È stata una scelta ben precisa, sia chiaro: dettata dal fatto che cerchiamo di scrivere le cose che riteniamo vere, evitando le notizie che secondo noi assomigliano più a delle bufale.
Pronti ad essere smentiti, sia chiaro: ma pare che il signor Alì Al Rubeai tutto sia fuorché il console onorario iracheno. Già: ci han detto che Al Rubeai sarebbe un semplice tifoso, che abita a Milano e che fino a qualche anno fa faceva l’operaio. Ma probabilmente è un omonimo, dai.