«Reddito di cittadinanza: fatelo in nome di Gabriele»

Il deputato grillino Cosimo Petraroli ricorda il dramma di un amico. «Era senza lavoro e solo. Con quel provvedimento ora sarebbe qui»

VARESE – Il reddito di cittadinanza deve diventare realtà in nome di, il giovane ventinovenne di Oltrona di Gavirate che due anni fa si è tolto la vita perché non riusciva a trovare un lavoro. Gabriele era attivista di Movimento Cinque Stelle. Un ragazzo timido, ma volonteroso, disposto a fare qualsiasi lavoro pur di guadagnare l’indipendenza.
Il ricordo del giovane, valido aiuto nella campagna elettorale del 2013, spinge il deputato di M5S a continuare a insistere sul reddito di cittadinanza, proposta che è ferma in Senato da tre anni.

Nel frattempo, per sostenere il reddito dei lombardi in difficoltà, il Governatore ha istituito il reddito di autonomia che comprende cinque misure sperimentali: zero ticket sanitario, bonus bebè, bonus affitti, assegno di autonomia e progetto di inserimento lavorativo, Pil per i disoccupati da 300 euro per sei mesi.
«Gabriele era uno studente di ingegneria che a un certo punto si è ritirato dagli studi e ha cominciato a cercare un lavoro, senza trovarlo. Un giovane che aveva il sogno di tornare in Sicilia, la terra dei suoi genitori, e avviare una coltivazione di arance. Lo Stato lo ha abbandonato e lui si è tolto la vita. Il reddito di cittadinanza lo avrebbe salvato» spiega Petraroli, puntualizzando che il reddito di cittadinanza esiste in tutta Europa, ma non in Italia. «Stiamo parlando di un periodo in cui una persona percepisce un reddito, ha l’opportunità di ricevere formazione per inserirsi nel mondo del lavoro, e si mette a disposizione qualche ora al giorno per svolgere lavori socialmente utili, come per esempio sistemare le aiuole del comune in cui vive – continua il deputato – Noi abbiamo un particolare tipo di welfare che ha l’obiettivo di tenere costante il tenore di vita di chi ha perso il lavoro, lasciando abbandonate a se stesse le persone che un lavoro non l’hanno mai avuto, cosicché in Italia chi non ha mai lavorato deve sperare nell’aiuto della sua famiglia».
«Qualora andassimo al Governo, il primo decreto che faremmo sarebbe proprio questo sul reddito di cittadinanza. Le coperture ci sono: la ragioneria di Stato ha certificato una somma compresa tra i 14 e i 17 miliardi sul bilancio annuale dello Stato, che è pari a circa 800 miliardi di euro – afferma Petraroli – Si tratta di una somma ragionevole: è come se un lavoratore guadagnasse 800 euro mensili e ne devolvesse 18 per sfamare i suoi figli più poveri. Qualsiasi padre di famiglia saprebbe trovare quei soldi, ma qui si fa fatica perché il sistema di consenso è controllato dai sindacati e le categorie».

E ancora: «In Italia sono otto milioni le persone che entrerebbero in questo sistema di welfare, che mi auguro porti a cancellare la cassa integrazione e la mobilità che di fatto lasciano una persona senza fare niente». Gabriele, single, avrebbe percepito 780 euro al mese. Somma che si alza se il disoccupato ha moglie e figli a carico, arrivando fino a 1.700 euro. Il provvedimento prevede anche di alzare a 780 euro le pensioni minime, somma al di sotto del quale una persona è ritenuta vivere in povertà.
Anna, la mamma di Gabriele, aveva urlato la disperazione per la morte del figlio anche attraverso i microfoni del Tg5, dicendo: «Voglio vedere in faccia, uno per uno, tutti questi nostri politici, che mi devono dire perché non fanno niente per questi ragazzi. Mio figlio cercava solo un lavoro, voleva essere indipendente, crearsi una famiglia sua, come tutti, come milioni di ragazzi in questo Paese».