Oggi la Consulta decide l’ammissibilità del referendum sulla legge elettorale. La decisione peserà sulla durata del governo Monti. Infatti se sarà dichiarato ammissibile, la Consulta ne avrà sancito la fine. Il professore sarà sfiduciato prima del referendum per poter andare a elezioni con il porcellum. Se invece sarà dichiarato inammissibile, il governo Monti andrà avanti. Risultato
dei ragionamenti: il porcellum comunque ce lo dobbiamo tenere. L’unica strada per debellarlo è che la Corte costituzionale ”motu proprio” o perché investita da un giudice ordinario dichiari la legge incostituzionale come è in maniera palese. Quindi se crediamo che Monti sia un bene per il Paese la Corte deve respingere la fattibilità del referendum.
Francesco Degni
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Perché il governo Monti dovrebbe dimettersi se la Corte costituzionale dirà di sì al referendum? Andrà avanti ad occuparsi di ciò cui deve attendere mentre i partiti, per evitare la consultazione, metteranno mano alla riforma della legge elettorale. Sarebbe ora che lo facessero, ed è meglio per loro farlo al coperto d’un esecutivo tecnico anziché allo scoperto d’un esecutivo di parte. Di destra o di sinistra che sia. Le ipotesi allo studio sono due: o un ritorno al proporzionale, prendendo a modello la legge tedesca o spagnola, o una riedizione del maggioritario corretto, non più il Mattarellum tradizionale (per tre quarti maggioritario e per un quarto proporzionale), ma un Mattarellum innovativo (metà maggioritario e metà proporzionale). È una sintesi sulla quale potrebbero convergere i due partiti più forti, Pd e Pdl, e che riuscirebbe prevedibilmente ad accontentare il Terzo polo. Se la soglia di sbarramento non sarà alta (4 per cento, per esempio), accetteranno l’ipotesi anche Lega e Idv. Proprio il varo d’una nuova legge elettorale consentirebbe ai partiti di riacquistare l’iniziativa politica perduta e di rifarsi un’immagine davanti agli elettori. Con i quali la resa dei conti rimane fissata alla primavera 2013.
Max Lodi
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