03 Dic 2011
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VARESE «Bazzico spesso da queste parti. Soprattutto in fase di scrittura mi capita di trascorrere in media quattro o cinque giorni alla settimana a Gallarate. Anche perché qui c’è il mio “Pennellone” preferito». Francesco Renga lo chiama amichevolmente così il gallaratese Luca Chiaravalli, autore, insieme a lui, di molti dei suoi testi.
Ed è proprio tra le mura di uno studio gallaratese che sono state sognate, scritte e concepite tante splendide canzoni come “Un giorno bellissimo”, per citarne una, tra le tante. Qui in un ambiente familiare, a Gallarate «dove io e Luca lavoriamo, ce la suoniamo e ce la cantiamo, e a volte ci concediamo anche qualche pausa caffè in centro città».
Così, da undici anni ormai, da quando tra Luca Chiaravalli e Francesco Renga nacque un feeling artistico immediato, oggi tradottosi in collaborazione costante, oltre che in amicizia sincera.
Ora in splendida forma, Francesco Renga con la sua voce potente ed espressiva approda al teatro di Varese lunedì alle 21, accompagnato dalla sua band e da un’orchestra di 40 elementi. Ai nostri lettori la possibilità di ricevere alcuni biglietti omaggio scrivendo all’indirizzo [email protected]. Per i primi sei contatti, cui verrà inviata risposta, l’ingresso è gratuito.
Francesco, “Orchestraevoce” racconta e riassume tutta la tua carriera (25 anni): avrai necessariamente guardato indietro. Ma cosa fa Renga per guardare avanti?
Sarò pure un malinconico. Ma uso e saccheggio il passato che mi serve per raccontare il presente e anche un po’ il futuro.
Ruvido rock e sinfonico orchestrale insieme… Come ci riesci?
Nella mia carriera ho percorso entrambe le strade. E tutte e due sono le facce della mia medaglia artistica: istintiva e rabbiosa da una parte e più morbida dall’altra.
Fortuna o sfortuna che i talent show ci siano?
A conti fatti: fortuna. Anche perché di altri spazi per questi giovani agguerriti – più di quanto non lo fossi io alla loro età – ce ne sarebbero proprio pochi. Questo è il loro tempo.
Barbara Rizzo
s.bartolini
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