Restiamo in sella a denti stretti Vavassori, vieni

Stringiamo i denti, mordiamo il manubrio, restiamo in sella. Feriti, non morti. Dallo 0-4 di Vercelli allo 0-1 di Livorno, la luce della speranza resta accesa quando si spengono i lampioni dello stadio Picchi (che curva il Livorno, un muro umano nonostante la retrocessione: ma i cinquanta in quella del Varese nel turno infrasettimanale dopo una batosta epocale fanno ancora più sensazione). Prima snoccioliamo le speranze, poi i lamenti.

1) Miracoli ha avuto sul piede il pallone di un pareggio che ormai era nell’aria.

2) L’accoppiata Capezzi-Corti in mezzo al campo ha dato alla squadra più solidità e tempismo, anche nel rovesciare l’azione. Era come se il “motorino” biancorosso si sentisse più protetto dal “10” fiorentino (che visione, che tempismo), e quindi più libero di poter sbagliare. Così ha sbagliato poco.

3) Quasi lo stesso discorso per Rea e Simic: mobilità, agilità, intesa. Lì in mezzo non abbiamo quasi mai rischiato, a parte la macchia del gol. Risultato globale: le novità di Bettinelli, che ha rischiato l’impopolarità interna ed esterna lasciando fuori coraggiosamente Borghese, Blasi e Petkovic, hanno ridato un volto al Varese. Con partite e scelte come queste, se troviamo chi fa gol, possiamo salvarci.

Ora gli spunti di discussione, validi da qui a sabato.

1) Il Livorno ha fatto poco o nulla ma si è portato a casa l’1-0 grazie al solito “buco” sulle fasce difensive, prateria di conquista (regola numero due del mercato in serie B, dove anche l’ultima ha ali e mezze ali in abbondanza: fornirsi di terzini all’altezza. La numero uno è avere l’uomo-gol). Due fiammate di Cutolo da una parte e due sgommate di Siligardi dall’altra, un paio di tiri in porta e i biancorossi sono andati sotto. De Vito ce la mette tutta, ma adesso basta: non gira? Si cambi. A costo d’inventarsi qualcosa.

2) Contro una squadra così impaurita e in crisi d’identità avremmo rischiato prima la carta Miracoli o Forte: aspettavano solo di beccare il nostro gol, e il Varese aspettava solo che entrasse qualcuno che osasse tirare. Mettiamola così: Bettinelli ha azzeccato la formazione e ha avuto due palle quadrate nelle scelte, ma qualcuno deve tirargli la maglietta quando è ora di cambiare.

Chi critica, smetta di farlo almeno fino a sabato: con il Trapani ci giochiamo tanto. Meglio in 500, ma leoni e non criticoni.

Nb: in un’intervista a tutta pagina sul Resto del Carlino di Reggio Emilia, l’ex patron della Pro Patria Pietro Vavassori ha detto «niente Reggio, punto al Varese e al Lugano, dove penso di andare a vivere». Magari andasse davvero così…

ANDREA CONFALONIERI

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