Rifiuti abbandonati nei boschi: una piaga che non va in vacanza. Arrivano altre denunce e segnalazioni, nei boschi di Borsano e di Sacconago.
Una piaga costosa: quasi 300mila euro spesi negli ultimi tre anni per le pulizie “extra”. «Potenzieremo i controlli» annuncia l’assessore all’ambiente . «Presto in funzione la telecamera mobile per disincentivare questa pratica incivile». Le passeggiate nei boschi in cerca di frescura nelle giornate d’agosto sono l’occasione per scoprire i «ricordini» lasciati dai soliti ignoti che abbandonano i rifiuti.
Segnalazioni continue
L’ultima segnalazione dei cittadini di Busto Arsizio, apparsa su internet, riguarda i boschi tra Borsano e Dairago, dove sono stati rinvenuti, abbandonati in una piccola radura, alcuni grossi sacchi chiusi, che si sospetta possono contenere scarti di rimozione di eternit. Toccherà all’ufficio ecologia e ad Asl e Arpa verificare di cosa si tratta e provvedere allo smaltimento. Più “alla luce del sole” l’altra segnalazione estiva, che riguarda la zona di Sacconago: anche qui, nelle campagne attorno al quartiere periferico, è stata rinvenuta una grossa quantità di pneumatici usati abbandonati. Pochi giorni fa, la denuncia del “cimitero” di bottiglie abbandonate dietro ai muretti del parcheggio di via Marco Polo.
Controlli e pulizia
Sono solo spie di un fenomeno che non accenna a placarsi ormai da anni, come testimoniano i 289mila euro saldati ad Agesp per le pulizie “extra” delle discariche abusive negli anni dal 2011 al 2013. Nell’ultima ricognizione effettuata dall’assessorato all’ambiente guidato da Alberto Armiraglio in collaborazione con Agesp, il censimento delle discariche abusive sul territorio comunale ha toccato quota novanta. Tante quanto erano già nel 2010, a dimostrazione che il “vizietto” non accenna a diminuire.
Così l’assessore Armiraglio ha deciso di «potenziare l’attività di controllo» con una più stretta collaborazione tra la polizia locale e il settore ambiente, in modo tale da accelerare le operazioni di pulizia. Inoltre presto verrà messa in funzione una telecamera mobile, da posizionare a turno nei punti più a rischio: «È stata ottenuta grazie ad un vecchio bando regionale. Non appena sarà disponibile la metteremo in funzione per attivare questo nuovo servizio che punta, con la repressione, a disincentivare questo fenomeno ancora molto diffuso».
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