A volare sempre più in alto il primo rischio diventa la vertigine. Nell’estate che precede il suo quinto anno dalla ripresa dell’attività agonistica l’Handicap Sport Varese non è in vacanza. Da preparare c’è molto perché dopo quattro anni in continua ascesa alzare ulteriormente l’asticella diventa difficile anche se contro le difficoltà, il presidente Carlo Marinello e lo zoccolo duro della storica società biancorossa di basket in carrozzina sono vaccinati da tempo.
Ah cominciamo bene! Chi può dirlo? Veniamo da quattro stagioni fantastiche dove ogni anno abbiamo tagliato un nuovo traguardo. Le uniche cose che abbiamo in abbondanza sono passione ed entusiasmo. Quattro anni fa quando abbiamo ricominciato dal campionato di serie B bastavano ma strada facendo non è più così.
Crescere di livello comporta necessariamente anche molto altro. Quello che fino alla serie B poteva essere ricavato nei ritagli di tempo libero una volta in serie A è diventato il tempo libero e qualcosa di più.
Quello vale sempre. Dobbiamo un grazie a tanti amici ma manca sempre qualcosa.
Restando alle piccole cose anche solo un autista per il nostro pulmino che possa occuparsi dei nostri frequenti spostamenti.
Penso come ad ogni altra realtà alla quale si vuol dare una mano. Mi sembra che il problema della scarsità di persone di buona volontà sia comune a tanti, non solo nello sport disabili. Nel nostro caso forse c’è qualche cosa in più da capire.
Direi bene. Come sempre abbiamo voluto comporla il prima possibile proprio perché l’estate ci serve per molto altro. Purtroppo non potremo più avere con noi un amico e ottimo giocatore come il coreano Kim DongHyeon perché la sua federazione lo vuole nel loro campionato in vista delle paralimpiadi del 2016 a Rio. Come sapete le facce nuove sono Mattia Sala, l’americano Jared Tyler Arambula, l’olandese Walter Groen e il polacco Karol Kacper Szulk.