Rimpianti. Masnago inespugnabile: da noi

Il Varese non riesce a buttare giù il fortino alzato dalla Pro Settimo: finisce 0-0, assalto alla vetta fallito. A 6 giornate dal termine biancorossi a -1 da Cuneo e Inveruno. Domenica il Legnano, ancora in casa: tabù da sfatare

Pissardo; Talarico, Luoni, Ferri, Bonanni; Becchio (Piraccini dal 31’ st), Gazo (Lercara dal 41’ st), Vingiano, Innocenti (Scapini dal 21’ st); Giovio, Gucci. A disposizione: Bordin, Granzotto, Simonetto, Bottone, Cusinato, Moretti. All. Bettinelli.

Zamariola; Magnati, Romano, Rubin, Menon; Comentale; Sillano (Taraschi dal 19’ st), Chiazzolino, Castelletto, Procaccio (Mosca dal 25’ st); Braidich (Nacci dal 29’ st). A disposizione: Merlano, Ferraris, Costa, Casula, Fumana, Sorato. All. Tosoni.

Valentina Garoffolo di Vibo Valentia (Campagnolo e Schiavon di Castelfranco Veneto)


– Spettatori: 1200 (396 ticket staccati in biglietteria). Ammoniti: Zamariola (P); Vingiano e Gazo (V). Angoli: 11-1; fuorigioco: 2-1; tiri (in porta): 16 (5) – 3 (1); falli: 15-7; recupero: 3’ + 3’.

Un’altra occasione sprecata. Le barricate della Pro Settimo non crollano e il Varese non sfrutta l’opportunità di salire in testa alla classifica: finisce 0-0, tra i rimpianti.

Il Varese butta via infatti l’opportunità – ghiotta – di tornare in vetta alla classifica prendendo in mano il suo destino a sei giornate dalla fine: davanti, a +1, restano Cuneo e Inveruno; a pari punti, 51, la Caronnese; Chieri a -2; Borgosesia e Pro Sesto a -3. Bisognerà quindi guardare ancora ai risultati delle altre (che, va detto, non sembrano in grande salute) per la volata verso la vittoria e il salto in Lega Pro.

Il Franco Ossola resta inespugnabile. Purtroppo, lo è per i biancorossi: tre sconfitte e due pareggi nel 2017, ultima vittoria il 18 dicembre 2016 contro il Verbania. Un Franco Ossola che, nonostante l’orario (difeso e preteso dalla Pro Settimo, si è riempito di parecchi tifosi: 396 i biglietti staccati ai botteghini, presenti di fatto gli “abituali” 1200 spettatori. Penalizzata però la Curva, che non ha potuto partecipare con il solito gruppo al completo: e la mancanza della loro spinta e dei loro cori si è purtroppo sentita.

Unico assente, giustificato, il presidente Baraldi (impegnato con la sua Canottieri Napoli a Brescia): presenti tutti i soci (Taddeo, Basile, Ciavarrella, Rosa, Galparoli), in tribuna anche la madrina biancorossa Sarah Maestri e l’ex Giampaolo Calzi, ora al Bellinzona.

L’occasionissima sciupata

Masnago resta tabù: il Varese non sa più vincere in casa. Non ci riesce nemmeno Bettinelli, al suo (nuovo) esordio al Franco Ossola. Dopo tre punti presi con forza, grinta, cattiveria e cinismo a Sesto San Giovanni, i suoi biancorossi giocano al contrario di quanto atteso (da tutti: mister compreso): il campo si stringe invece che allargarsi, la profondità viene trovata poco e attacca male, il gioco (se) transita da centrocampo lo fa a una lentezza esasperante, in pochi (uno solo: Talarico) hanno il coraggio di provare a vincere i confronti diretti andando a testa bassa in uno contro uno. E, soprattutto, le occasioni da gol, tutte sfruttate domenica, vengono sciupate, alcune pure clamorosamente.

La prima, la migliore di tutta la partita, al 3’. Quando arriva una palla dentro a Gucci, che da posizione defilata incrocia con il sinistro, trovando il piede di Zamariola pronto alla deviazione; la palla si impenna a centro area dove Becchio arriva di gran carriera ma, al volo, spara incredibilmente alto dal limite dell’area piccola.

La Pro Settimo, già rinunciataria nel suo difensivo 4-1-4-1, decide di piazzare da subito il pullman davanti alla porta.

Scelta legittima. Che il Varese, però, deve trovare un modo di punire. Ma non è così: Innocenti viene troppo spesso dentro il campo e attacca con indolenza (e alla fine i compagni a sinistra, dove anche Bonanni resta rintanato, non ci vanno più), Gucci non azzecca un movimento e – quindi – non ne becca una, Gazo sbaglia appoggi o lanci anche elementari, Vingiano viene poco servito e quando riceve gioca indietro o orizzontale, Giovio prova a farsi vedere ma riceve solo palloni sporchi che gli fanno perdere tempo, permettendo alla gabbia costruita dal vertice basso Comentale di contenerlo.

Il Betti si sbraccia, urla, chiama, corregge. Ma il Varese sfonda raramente e quando lo fa crossa proiettili (soprattutto Becchio) che volano alti sopra l’area di rigore. Alla Pro Settimo, raccolta in 20 metri tra l’area di rigore e il suo quarto di campo, non dispiace: dispendio fisico relativo, gioco aereo frontale più semplice, densità, difesa a oltranza con innumerevoli palloni “asciugati” nel cielo di Masnago. Piemontesi che costruiscono una sola azione, estemporanea, al 29’: tiro dalla distanza di Chiazzolino che Pissardo respinge in qualche modo probabilmente distratto da un brutto rimbalzo davanti a lui; Ferri libera.

Bettinelli prova anche a invertire le ali, con Becchio che a sinistra riesce almeno a conquistare una punizione (42’): Giovio va a giro, supera la barriera ma il suo tiro diretto all’angolino è raggiunto dal portiere della squadra ospite.

Si chiude così un primo tempo “povero”: per il Varese un’occasionissima, quella al 3’, cinque angoli e null’altro.

Non basta. Bettinelli lo sa, e chiede ai suoi di alzare ancora il baricentro. Ma i biancorossi in campo non riescono a fare granché di più. E il pubblico della tribuna, mai tenero, inizia a spazientirsi, ululare e a invocare cambi: quello di Innocenti, che arriva al 21’ (dentro Scapini, che va di punta spostando Giovio in ala), quello di Gazo, che lascerà il campo al 41’ per Lercara, quello di Gucci, che non arriverà mai nonostante un altro errore sottoporta grossolano al 18’ aggiunto alla sua prova impalpabile. In mezzo, richiamato Becchio per far spazio a Piraccini (31’), anche lui destinato alla fascia.

Certo, è un assedio. Perché la Pro Settimo rinuncia completamente a giocare, mentre il Varese è piantato stabilmente nella metà campo avversario. Ma le occasioni limpide non abbondano. Al 18’ quella sprecata da Gucci, che su torre di Giovio da due passi non riesce a girare a rete, incornando addirittura all’indietro in precario equilibrio. Al 26’ un rigore invocato dal Varese: Scapini si gira sfruttando il corpo di Romano, che lo uncina e lo ostacola con una gamba; l’attaccante biancorosso va giù, il Franco Ossola aspetta il fischio ma l’arbitro lascia correre tra le proteste. Il rigore, come potete vedere in alto nella foto del nostro Enrico Scaringi, ci stava tutto.

A destra c’è lo stantuffo Talarico che cavalca a pieni polmoni e conquista angoli: il settimo, di Giovio, trova la testa di Luoni che va però alto (30’). Al 35’, su respinta della difesa ospite, Piraccini controlla bene appena dentro l’area ma strozza il tiro e manda fuori.
Il tempo scivola via, tra un corner e l’altro. E si entra nel recupero. A fiato sospeso. Il fortino ospite regge, ma scricchiola da parecchio. Lo si potrebbe buttare giù, ma serve la necessaria cattiveria. Che, anche al 93’, Gucci non ha: azione confusa, Piraccini lavora il pallone e lo offre al compagno che decide di sparare dritto per dritto, a mezza altezza dalle vicinanze dello spigolo di destra dell’area piccola; Zamariola ci mette i pugni e respinge, l’arbitro fischia tre volte e manda tutti negli spogliatoi.

Spogliatoi in cui il Varese si ritroverà questo pomeriggio, alle 15, per preparare la sfida di domenica contro il Legnano. Con il rammarico di aver sprecato un’occasione per prendere in mano il destino. Con la consapevolezza che, a 6 giornate dalla fine, qualche opportunità ci sarà ancora, visti i tanti passi falsi delle concorrenti da cui comunque è stato rubato terreno (dal -4 post-Casale al -1 di oggi). E con la certezza che bisogna fare più di quanto fatto ieri se si vuole vincere questo maledetto campionato.