VARESE – Si è chiuso con un’assoluzione il lungo calvario giudiziario legato alla rissa con accoltellamento avvenuta sul lungolago di Varese nell’estate del 2018. Il tribunale ha infatti assolto Alessandro Limido, presidente della Comunità militante dei Dodici Raggi (Do.Ra), e un altro militante del gruppo di estrema destra. La sentenza è stata pronunciata oggi, lunedì 19 maggio.
A scagionare Limido, finito sotto accusa pur non essendo presente la notte dei fatti, è stata anche la testimonianza di uno dei militari che condussero le indagini. «Sette anni di processo per un’ovvia assoluzione. Tempo e denaro sprecati», ha commentato l’imputato dopo la decisione dei giudici, sottolineando che si tratta della sua quarta assoluzione.
Limido non ha però mancato di citare i suoi conti ancora aperti con la giustizia: «Non mi sono mai nascosto. Non sono un chierichetto. A fine mese inizierò a scontare tre ordini di carcerazione. Spero almeno di farlo ai domiciliari per poter continuare a lavorare».
Lo scontro e il ferito
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, quella notte si fronteggiarono due gruppi contrapposti: da un lato due appartenenti ai Do.Ra., dall’altro quattro giovani di fazione opposta. Lo scontro sarebbe nato da un banale episodio legato a un passaggio chiesto da alcune ragazze. Durante la colluttazione uno dei partecipanti venne ferito con un’arma da taglio, colpito di striscio a una gamba: fortunatamente non riportò conseguenze gravi.
I due militanti dei Dodici Raggi coinvolti materialmente nella rissa avevano già seguito un iter giudiziario separato. La vicenda processuale di oggi, invece, ha definitivamente escluso ogni responsabilità per Limido e il secondo imputato.