Risveglio di Beata Giuliana

Prima assemblea del comitato per risolvere i problemi del quartiere. E si va oltre: «Più partecipazione alla vita amministrativa cittadina»

Si risveglia la partecipazione nei quartieri, Beata Giuliana tira la volata: «Serve un regolamento per la partecipazione dei comitati di quartiere alla vita amministrativa». Il primo incontro del neonato comitato di quartiere di Beata Giuliana, promosso da un gruppo di giovani residenti, non solo è servito a stilare una sorta di “cahier des doleances” delle magagne più immediate da risolvere, ma anche a riportare in auge il tema della partecipazione popolare, in un periodo caratterizzato dal fiorire di una serie di iniziative dal basso in diversi quartieri, ad esempio la raccolta firme ai Frati contro i nuovi sensi unici o quella a Beata Giuliana per l’illuminazione della via Minghetti.

Ha certamente contribuito a ravvivare questo dibattito la presenza dell’assessore ai servizi sociali , invitato a Beata Giuliana in rappresentanza dell’esecutivo ma anche come storica voce dei quartieri nel relazionarsi con il Comune. «L’esperienza positiva del coordinamento delle feste di quartiere, avviata dallo stesso Cislaghi (ancor prima di diventare assessore, ndr) – sottolinea , tra i promotori del comitato di Beata Giuliana – può essere un modello per un’organizzazione dal basso di questi comitati. Per quel che ci riguarda, puntiamo a diventare un riferimento privilegiato per tutti i beatini che vogliano avere un canale di dialogo con l’amministrazione, ma auspichiamo che possa esserci una qualche forma di regolamentazione a livello di consiglio comunale». L’obiettivo del comitato di Beata Giuliana è infatti quello di poter creare delle occasioni di confronto istituzionale, magari in una commissione consiliare, per dare voce ai quartieri.

Nel frattempo la prima assemblea pubblica del comitato ha fatto emergere numerose questioni aperte, vecchie e nuove: dal caso dell’illuminazione che manca in via Minghetti a quello delle piante malate in viale Stelvio, dal degrado e scarsa utilizzabilità della pista ciclabile sempre in viale Stelvio alla velocità eccessiva in via Sella. E ancora, sicurezza, viabilità e decoro urbano, oltre all’infinito caso palaghiaccio.

Il “risveglio” del comitato di Beata spinge , uno degli storici promotori della partecipazione, a chiedere che «si torni a parlare di una forma di coordinamento dei comitati di quartiere, spontanei e auto-organizzati, che sorgono in città». Pinciroli, che insieme a da cinque anni ha messo in piedi uno “sportello di quartiere” al Redentore, per raccogliere le istanze dei residenti e portarle all’attenzione del Comune, auspica che il modello del Redentore possa essere replicato anche altrove.