SOMMA LOMBARDO "Amo ancora cantare e riparto da Giorgio Gaber" ci aveva detto Ron, quando a giugno lo avevamo intervistato per il concerto che avrebbe dovuto tenere per i festeggiamenti dei cinquant’anni dall’elevazione a città di Somma Lombardo. Allora fu fermato dalle forti piogge d’inizio estate, ma Ron non rinuncia alla sua esibizione: fissa un nuovo appuntamento per il 12 settembre alle 21, in piazza Vittorio Veneto (l’ingresso è libero).
E riprende il suo cammino musicale da «Quando sarò capace d’amare», una delle canzoni meno note di un poeta della musica italiana qual è Gaber, reinterpretata da Ron e presa in prestito per intitolare il suo ultimo album e l’intera tournée estiva che lo ha portato in giro lungo tutto lo Stivale. Un testo che è uno dei ponti più nobili della nostra canzone d’autore, «quando l’ho ascoltata per la prima volta – spiegò – ho pensato che fosse una meraviglia. È uno di quei brani folgoranti di cui si vorrebbe essere gli autori. Non ho potuto scriverla io, allora la canto». Ecco però che di fronte alla bellezza di brani punteggianti una carriera, ormai quarantennale dall’anno prossimo, come «Vorrei incontrarti tra cent’anni», «Occhi di ragazza» (bocciata a Sanremo, poi portata al successo da Gianni Morandi), «Al centro della musica», «Sei volata via», «Piazza Grande» – scritta con e per Dalla – «Cosa sarà», «Attenti al lupo» e altre hit affidate al Lucio nazionale, l’unico dubbio che rimane riguarda il successo toccato finora in sorte a Ron. Perché sebbene abbia dimostrato di essere un grande artista, non è mai stato grandissimo. Spesso si è ritrovato all’ombra dell’ospitalità di personaggi del calibro di Francesco De Gregori o dello stesso Lucio Dalla. È sempre stato leggermente defilato come, tra l’altro, è nello stile di questo sensibile autore.
Forse non aver prediletto temi d’impegno sociale, come fecero altri, è stato penalizzante. Ha sempre prestato grande attenzione alla musica di qualità e ha difeso la musica d’autore ma la politica non è nelle sue corde. Piuttosto Ron ha sempre voluto cantare le emozioni, i sentimenti. I propri e quelli degli altri.
Ed è il repertorio di sempre che Ron proporrà sul palco di Somma Lombardo. Si parte quindi dall’indimenticabile «Il gigante e la bambina», passando attraverso i suoi più grandi successi, per poi arrivare fino alle produzioni più recenti. Una raccolta che ha segnato la sua lunga carriera e che l’autore pavese oggi sceglie di abbinare al rinnovamento sonoro di nuovi musicisti. E così Somma sarà un’altra tappa del suo viaggio, un’altra città davanti alla quale cantare, brano con cui il grande pubblico da tempo identifica Ron. Probabilmente perché, sebbene ai tempi si trattasse di una cover di Jackson Browne, è «Una città per cantare» la canzone più vicina alla sua anima, quella più intima. Perchè come lui stesso confessò: «In quella canzone c’ero io, c’era la mia storia e quella di tutti coloro che fanno il mio mestiere».
Barbara Rizzo
v.colombo
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