Varese– Si gode il successo con l’Ascoli il patron del Varese Antonio Rosati, molto soddisfatto del lavoro del tecnico Rolando Maran e dei biancorossi: «La squadra – dice il presidente – sta assumendo una consapevolezza ben maggiore rispetto a quella dimostrata l’anno scorso di questi tempi. È posata, cinica e matura. Sono molto tranquillo per lo sprint finale che possiamo affrontare contando sulla giusta forma».
Rolando e Sannino
Il recupero dei giocatori che erano stati costretti a fermarsi dà fiducia a Rosati: «Nella sfortuna di non aver potuto fare affidamento su alcune preziose pedine negli ultimi mesi siamo stati fortunati. Perché tutti stanno recuperando la migliore condizione. Basti pensare a Neto Pereira o a Corti: uomini che possono fare la differenza nelle fasi decisive».
Il presidente è consapevole della maggiore esperienza accumulata a un anno di distanza dall’amaro epilogo della passata stagione: «Sapremo gestire la volata finale meglio di come abbiamo fatto un anno fa. Anche grazie a Maran, che è più tranquillo di Sannino ed è concentrato al massimo».
Gra-Ne-ri e De Luca
Sannino, artefice delle due promozioni consecutive dalla Seconda divisione alla B, aveva condotto il Varese al quarto posto in serie B da esordiente, insieme ad altri 16 biancorossi debuttanti in serie B. Maran può contare, invece, su alcuni nomi di categoria superiore: come Emanuel Rivas.
Rosati ha intenzione di blindare l’esterno argentino in scadenza a fine giugno? «Le prossime quattro settimane sono determinanti per capire il nostro futuro. Ci serve un punto per essere sicuri dei playoff e solo dopo gli spareggi decideremo come muoverci. C’è ancora tempo per parlare di Rivas». E De Luca? «Deve ancora esplodere e, sicuramente, è un grosso investimento per il Varese: sia che rimanga, sia che prenda altre strade. In questo caso cercheremo di tenere la metà del suo cartellino ottenendo il massimo dalla sua cessione. Per ora non ci penso anche perché il calcio è stranissimo e tutto può cambiare da un momento all’altro».
L’uomo Neto
Anche la carriera di Neto Pereira è cambiata dall’oggi al domani: con il passaggio al Varese, il brasiliano ha potuto conoscere la serie B dopo tanti anni trascorsi nel calcio minore.
«Neto – dice Rosati – prima di essere un calciatore importante è un uomo vero che sa fare la differenza anche fuori del campo. La sua gavetta fra i dilettanti è stata lunga e vorrei tanto fargli assaggiare la serie A». Categoria, questa, già sperimentata da Granoche: «Pablo fa un lavoro incredibile da gregario a tutto campo. Il rigore che si è procurato e che ha segnato con l’Ascoli sarà il primo di altri gol da qui ai playoff».
Rosati ringrazia il pubblico del Franco Ossola per i cori d’affetto ricevuti durante l’ultima partita casalinga e dà l’appuntamento al Bentegodi.
La nostra erba è più verde
«Sono grato ai tifosi per il sostegno e ora mi aspetto che la squadra non si senta sola a Verona, dove troveremo uno stadio colmo di sostenitori gialloblù. Il nostro zoccolo duro di quattromila spettatori al Franco Ossola vale i ventimila di altre piazze: meglio la nostra base di marmo granitico di una mega montagna di sabbia. Meglio la nostra piccola isola dimenticata, con la sua felicità spontanea e rionale, di altri mondi sofisticati sempre al centro dell’attenzione. Varese è una piazza strana, un’erba che fatica a prendere fuoco. Ma è un erba sincera».
E a proposito di erba, Rosati ricorda quella del Franco Ossola: «L’impresa Vanoni ha fatto un miracolo presentando, a fine stagione, un campo nelle migliori condizioni. L’erba sintetica? È un’ipotesi per il prossimo anno ma ne parleremo solo il 10 giugno. Per scaramanzia».
Filippo Brusa
p.rossetti
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