Ryanair condannata a risarcire i passeggeri del volo Bologna Siviglia del 15 luglio 2022

La vicenda conclusasi in questi giorni con la sentenza a favore dei viaggiatori bolognesi è un segnale importante per i consumatori, che spesso rinunciano a rivendicare i propri diritti di fronte a procedure lunghe e complicate. Dimostra invece che insistere, anche attraverso l’assistenza legale, può portare a risultati concreti (immagini generiche di repertorio)

Il 15 luglio 2022 il volo FR 4713 della compagnia Ryanair in partenza dall’aeroporto Marconi di Bologna e diretto a Siviglia accumulò un ritardo superiore alle tre ore, causando gravi disagi a decine di passeggeri. Dopo oltre due anni di attesa, quattordici viaggiatori coinvolti hanno ottenuto giustizia: il Giudice di Pace ha riconosciuto loro un risarcimento pari a 400 euro ciascuno, per un totale complessivo di 5.600 euro.

La causa, seguita da un’associazione di tutela dei consumatori, si è protratta a lungo a causa della mancata collaborazione della compagnia aerea che non ha fornito prove di circostanze eccezionali, come maltempo o scioperi, che avrebbero potuto escludere la responsabilità diretta. Il tribunale ha quindi ritenuto Ryanair pienamente responsabile del disagio subito dai viaggiatori.

Il caso non è isolato. Nel corso del 2023, un gruppo di passeggeri che aveva viaggiato sulla tratta Bologna Malaga, anch’essa operata da Ryanair e segnata da un ritardo di oltre tre ore, ha ottenuto un risarcimento collettivo di 2.000 euro. Questi episodi confermano un trend che interessa migliaia di viaggiatori ogni anno e che vede i tribunali italiani sempre più spesso schierarsi dalla parte dei consumatori.

Il riferimento normativo è il Regolamento europeo 261 del 2004, che prevede indennizzi compresi tra 250 e 600 euro a seconda della lunghezza della tratta e del ritardo accumulato. Per i voli intraeuropei superiori a 1.500 chilometri, come nel caso della Bologna Siviglia, la cifra è fissata a 400 euro.

Gli esperti ricordano che i passeggeri hanno tempo fino a tre anni dall’evento per presentare ricorso e che, oltre al risarcimento, possono avere diritto anche a rimborsi per spese documentate legate al ritardo, come pasti o pernottamenti.