Salta in aria anche la cassaforte Varese, guai seri per i fratelli Polita 

VARESE Adesso che è saltata anche la “cassaforte” (o anche “la casa madre, come veniva definita), per il gruppo che fa capo ai fratelli Antonello e Sandro Polita sono davvero guai grossi. Non che la situazione negli ultimi mesi fosse tranquilla, ma il fallimento dichiarato giovedì dal tribunale di Varese nei confronti dell’Ansafin ha il suono sinistro di un de profundis.

Il tribunale fallimentare ha, in buona sostanza, dato credito alla ricostruzione della situazione finanziaria effettuata dal sostituto procuratore Agostino Abate. Ne ha però ritoccato al ribasso le stime negative, anche sulla scorta della documentazione fornita dagli stessi legali dell’Ansafin. Il buco, insomma, non sarebbe di otto milioni di euro, come sostiene la Procura; bensì di “soli” due milioni e passa (per procedere al fallimento basta un rosso acclarato di 30mila euro). La sussistenza e la consistenza del debito sarebbe talmente certa da non richiedere, da parte del tribunale, ulteriori approfondimenti.

Ansafin (l’acronimo riprende le iniziali dei nomi dei fratelli Polita: Antonello e Sandro Finanziaria) è la società che, fra l’altro, possiede (anzi, possiedeva) l’albergo di Capolago, il vicino rudere dell’ex Caminaccio (ora parzialmente ristrutturato, acquistato all’asta per circa 600 mila euro e iscritto a bilancio per un valore pari a 2,7 milioni), gli immobili della clinica priva La Quiete, un magazzino industriale a Induno Olona (in affitto alla Tnt) e alcuni appartamenti in viale Borri, a Varese.

Ora i proprietari dell’Ansafin dovranno consegnare i registri in tribunale. Alla gestione dei beni subentrerà un curatore fallimentare: una volta fatto ordine, li metterà all’asta per tentare di soddisfare almeno in parte i creditori.

L’Ansafin è la quinta società del gruppo Polita dichiarata fallita nell’arco di sei mesi. La prima ad andare a gambe all’aria fu la Società Varesina, alla quale fecero seguito la Quiete srl, la Quiete casa di cura e la Quiete Hospital. I margini per risollevare le sorti del gruppo sembrano risicati: la Corte d’Appello di Milano ha già rigettato il ricorso presentato dai Polita contro il fallimento dichiarato per la Sanità Varesina.

E ancora non è finita. È imminente, da parte della Procura, la presentazione di un’istanza di fallimento anche per l’ultima società rimasta ai Polita (tranne quelle che gestiscono i cosiddetti “beni di famiglia”): l’Istituto clinico varesino, l’azienda che gestiva il laboratorio medico della Quiete. Secondo le indagini condotte dalla guardia di finanza, la società sarebbe ormai una scatola vuota, anche se il buco accumulato viene definito «rilevante» da fonti della Procura.

s.bartolini

© riproduzione riservata