Salvini a Sumirago tra sostenitori, ironie e processo Open Arms

Il leader della Lega arriva nel Varesotto nel giorno dell’impugnazione della sua assoluzione. Sul palco, rivendica le scelte da ministro e rilancia sull’autonomia.

Arriva stanco ma sereno, Matteo Salvini, accolto da selfie, giovani sostenitori e qualche slogan identitario come “Imputati perché patrioti”. Il segretario della Lega si presenta alla festa del partito a Sumirago proprio nel giorno in cui la procura di Palermo ha impugnato la sua assoluzione nel processo Open Arms. Un tempismo che aggiunge tensione a un evento in cui il clima è sì festoso, ma ben lontano dai pienoni del passato.

«Torno da imputato – esordisce dal palco – ma con la coscienza pulita. Difendere i confini non è reato, è un dovere. Non possiamo accogliere cani e porci: qui nel Varesotto ne abbiamo già abbastanza, soprattutto nei boschi dove si spaccia». Tono deciso, ma anche battute e ironia: «Spero la prossima volta di tornare a Sumirago a piede libero».

Tovaglieri e Sardone: un’apparizione rara

Sul palco con lui anche le eurodeputate Isabella Tovaglieri e Silvia Sardone, in una presenza congiunta che Salvini definisce “un’eccezione”, alludendo ironicamente ai rapporti non proprio distesi tra le due. L’atmosfera resta comunque leggera, con spazio a battute sul segretario locale e alla consueta dose di sorrisi e foto.

Processi e politica locale

Prima di salire sul palco, il leader del Carroccio ha parlato con la stampa locale, affrontando sia il processo Open Arms che temi più territoriali, come l’urbanistica milanese o l’aumento del casello autostradale di Gallarate. «Mi piacerebbe tornare ad avere sindaci della Lega a Varese, Busto e Gallarate. E tornare a votare per le Province: Varese era un modello».

Sulla vicenda giudiziaria in corso: «Speravo fosse finita con l’assoluzione, ma affronterò tutto con serenità. Difendere i confini è un sacrosanto diritto». E sul palco scherza: «Il carcere di Busto l’ho visitato, non è male… c’è anche la cioccolateria».

Da Pontida all’autonomia

Non manca un passaggio sull’autonomia: «Domani incontrerò Calderoli, Fontana e Giorgetti. È una battaglia storica della Lega, che parla di efficienza e modernità. Alla sinistra non piace, ma ci siamo quasi». Infine l’appello a Pontida, in programma il 21 settembre, per il quale – dice – «bastano tremila varesotti. E se è San Matteo, Bianchi da solo può organizzare cinque pullman».

Chiude con polenta, bruscitti e chiacchiere con i militanti, tra sorrisi e preoccupazioni giudiziarie che, almeno per una sera, restano fuori dalla festa.