Nessuno sconto per Paola Reguzzoni, il commissario Marco Colombo conferma il pugno di ferro: «È la nuova linea dettata dal segretario Matteo Salvini. Dobbiamo punirne una per educarne cento». È stato un confronto serratissimo quello che si è svolto lunedì sera nella sezione del Carroccio di via Culin (che venerdì dovrà essere liberata per la disdetta del contratto d’affitto), prima con il commissario Marco Colombo, poi con il vicesegretario federale e il supervisore . Presente in forze tutta la componente “reguzzoniana” della sezione, in testa l’“imputata” Paola, insieme a quella che è da sempre la sua famiglia, i militanti che ne hanno accompagnato la storia politica, dal Gorini al Ferrario (Aldo), dalla Giusy (Basalari) ai fondatori della sezione Speroni e Lovisolo, fino ai genitori di Paola e Marco. Ma non è bastato per ottenere sconti, così come non sembrano bastare i 23 anni di militanza: e se ai vertici leghisti ha chiesto di poter essere «ascoltata» in modo ufficiale, la richiesta di espulsione andrà fino in fondo, al consiglio nazionale e al federale, se Paola non seguirà le orme dell’omonimo Giampiero, rassegnando le dimissioni dal consiglio comunale
per far entrare il “giovane padano” . « ha chiesto rigore – ammette il commissario e sindaco di Sesto Calende, Marco Colombo – Busto paga perché è la prima sezione a trovarsi di fronte alla nuova linea. Ma se i cittadini hanno votato un governo di centrodestra, si sta nel centrodestra, senza sgambetti. Quello che è stato preso nei confronti di Paola è un provvedimento importante, all’insegna del “punirne uno per educarne cento”, forse è sbagliato, ma il movimento deve darsi una linea». Esclusa la possibilità che la Reguzzoni possa rimanere nel gruppo consigliare del Carroccio, nei prossimi giorni verrà scelto un nuovo capogruppo. Nel frattempo, la vicenda solleva le polemiche del Pd, che con il segretario cittadino Salvatore Vita chiede se «valgono davvero a qualcosa le “dimissioni” farlocche presentate dagli esponenti del Carroccio al proprio commissario» e se «l’espulsa consigliera Reguzzoni lascerà l’aula o confluirà, con dubbi esercizi di convivenza con l’amato odiato ex Presidente del Consiglio , nel gruppo misto». Di certo, i democratici prevedono per il sindaco un futuro «ridotto a fare l’amministratore di un condominio, dove l’attività prevalente sarà sedare le inevitabili liti».