VIGGIU’ «Chiudo il Comune perché si tratta di una protesta doverosa e sacrosanta. Lo devo ai miei cittadini che sono il mio unico datore di lavoro. Se il partito, poi, vorrà espellermi me ne farò una ragione».
Fanno rumore le parole di Sandy Cane, prima cittadina leghista di Viggiù. Lei che con la Lega è stata il primo sindaco di colore eletto nella storia della Repubblica, ha deciso di andare fino in fondo. Senza tentennamenti.
Nonostante la marcia indietro chiesta, per non dire imposta, dai vertici del Carroccio. Un diktat arrivato da via Bellerio. Che, di fatto, ha intimato agli amministratori locali leghisti di fare un passo indietro, pena l’espulsione. Un vero e proprio ordine di servizio, senza possibilità di discussioni, che Sandy Cane, però, ha deciso di ignorare.
«Probabilmente sarò espulsa dalla Lega – ammette – ma non posso tirarmi indietro. Io rispondo prima di tutto ai viggiutesi che mi hanno eletto e per i quali lavoro 24 ore al giorno. È per loro che oggi protesto». Con il Comune che resterà chiuso. Con le porte degli uffici anagrafe e stato civile sbarrate in maniera simbolica.
Nonostante l’imperativo alla rinuncia lanciato proprio dai vertici del suo partito. «Sono di origine americana – sottolinea Sandy Cane – e i veti su di me non hanno mai avuto effetto. Li ritengo intollerabili. Non siamo nella vecchia Unione Sovietica. Quanto poi alla protesta, ritengo sia doverosa perché non possiamo penalizzare ulteriormente i nostri cittadini. E lo dice una che non ha mai scioperato una volta in vita sua. Nemmeno a scuola. Questa sarà la prima volta».
Sandy Cane, così, sarà al fianco degli altri sindaci che chiuderanno i loro comuni. «In Valceresio lo abbiamo deciso a livello di Comunità montana – ammette – e io non voglio tirarmi indietro. Nonostante l’ordine del partito. Che anzi mi ha ulteriormente delusa, amareggiata. Per non dire disgustata. Anche per il modo con cui ci è stato comunicato: lo abbiamo saputo prima dai giornali che dalla nostra segreteria».
Per la prima cittadina di Viggiù, inoltre, bloccare i sindaci da parte della Lega ha anche il sapore di un autogol clamoroso. «È una scelta suicida. Perché con questa manovra non saremo più in grado di dare i servizi ai cittadini. È questo è il solo nostro dovere di sindaci e di rappresentati del Carroccio».
s.bartolini
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