Sanità lombarda, le pagelle ai direttori generali: bene Gioia e Bianchi, male Micale

Tra premi e bocciature: i migliori all’Ats di Pavia e Valpadana, bene l’Insubria e la Valle Olona. Micale (ex Sette Laghi) al minimo dei voti.

MILANO – Arrivano le pagelle (redatte da Dg Welfare, Bertolaso e Fontana, ndr) per i direttori generali della sanità lombarda, valutazioni che contano eccome: da esse dipende infatti la quota variabile dello stipendio, un incentivo fino a 30mila euro per chi raggiunge il punteggio massimo. Con 100 punti si ottiene il premio pieno, sotto i 60 non spetta nulla.

Si tratta del consueto bilancio con cui Regione Lombardia misura ogni anno l’efficacia della gestione di Asst, Ats e Areu, in base agli obiettivi fissati dall’assessorato al Welfare: tra questi riduzione delle liste d’attesa, efficienza dei pronto soccorso e qualità complessiva dei servizi.

In vetta alla classifica 2024 spiccano Ida Ramponi, direttore generale dell’Ats Valpadana, e Lorella Cecconami dell’Ats di Pavia, entrambe con 96 punti. Subito dietro un gruppo di dirigenti attorno ai 90, tra cui Marco Passeretta, oggi alla guida dell’Asst Bergamo Est ma già direttore amministrativo a Busto Arsizio.

Proprio l’Asst Valle Olona ottiene un risultato positivo con Daniela Bianchi (81 punti), mentre per l’area varesina Salvatore Gioia dell’Ats Insubria si ferma a 88 punti. Buon punteggio anche per Walter Bergamaschi (87), ex direttore dell’Ats Milano e già al vertice dell’Asst dei Sette Laghi, oggi in un ruolo dirigenziale al Ministero.

Fra i nomi legati al territorio figura anche Paola Lattuada, varesina alla guida dell’ospedale Gaetano Pini di Milano (77 punti), e Francesco Laurelli, dg dell’Asst Milano Ovest (Legnano) con 78 punti.

A chiudere la classifica, con appena 60 punti, c’è Giuseppe Micale, fino a poco tempo fa direttore dell’Asst Sette Laghi. La sua valutazione coincide con la fase più turbolenta della gestione sanitaria varesina, segnata dal duro scontro con l’assessore Guido Bertolaso sulla fornitura di farmaci e materiali ospedalieri. Una frattura culminata con la sua sostituzione e l’arrivo di Mauro Moreno.

Bertolaso, all’epoca, non usò mezzi termini:

«Se le strutture non sono in grado di risolvere i problemi, è chiaro che a un certo punto si cambiano coloro che dimostrano di non essere capaci. Se non sapete fare il vostro lavoro, andate a fare mozzarelle».

Oggi Micale è in servizio presso l’Agenzia di controllo del sistema socio-sanitario, spesso utilizzata come “parcheggio” per dirigenti in attesa di nuova destinazione.