Sanità pubblica a due velocità: Unimpresa denuncia la “Super Intramoenia” della Lombardia

L’associazione chiede al Governo interventi urgenti contro le prestazioni a pagamento negli ospedali pubblici.
Il rischio è la creazione di un sistema sanitario che premia chi può pagare e penalizza chi non può.

Unimpresa ha trasmesso un documento ufficiale alla Presidenza del Consiglio, al Ministero della Salute e alle Commissioni Sanità di Camera e Senato, esprimendo forte preoccupazione per la Delibera della Regione Lombardia n. XII/4896, nota come “Super Intramoenia”. La normativa consente agli ospedali pubblici di utilizzare strutture e personale del Servizio sanitario nazionale per prestazioni sanitarie a pagamento, destinate a clienti privati e assicurazioni.

Nel documento, Unimpresa definisce la delibera come «una resa dello Stato sul diritto alla salute» e come l’inizio di una sanità a due velocità, denunciando la privatizzazione mascherata. Le apparecchiature, i letti e le sale operatorie finanziate con le tasse dei cittadini vengono ora impiegate per chi può pagare un extra o dispone di una polizza privata.

Secondo l’associazione, la delibera crea un paradosso economico e morale, con due listini distinti per i medici del SSN: uno “povero”, legato alle prestazioni pubbliche, e uno “ricco” per interventi privati, con compensi fino al doppio.

Le richieste di Unimpresa

Nel documento inviato al Governo, l’associazione chiede tre interventi urgenti:

  1. Una legge “Salva SSN”, che vieti agli ospedali pubblici di vendere prestazioni a pagamento finché un qualsiasi cittadino attende un intervento urgente nel canale pubblico.
  2. Un Piano di riequilibrio finanziario per garantire un rifinanziamento stabile del Servizio sanitario nazionale, evitando che le regioni ricorrano a logiche di mercato.
  3. Una dichiarazione ufficiale sull’autonomia sanitaria, per ribadire che il diritto alla salute deve essere uguale in tutta Italia, da Bolzano a Palermo.

Marco Massarenti, consigliere nazionale di Unimpresa con delega alla Sanità, spiega:

«È una vergogna nazionale che segna la resa dello Stato sul diritto alla salute. Con la scusa del sottofinanziamento, si istituzionalizza la sanità dei ricchi negli ospedali pubblici. Chi può pagare salta la fila, chi non può aspetta. È la fine dell’articolo 32 della Costituzione. Il sistema paga di più il medico che cura chi può pagare, un messaggio devastante per la coscienza professionale dei sanitari e per l’uguaglianza fra cittadini».

L’allarme di Unimpresa non riguarda solo la Lombardia, ma tutta l’Italia: senza interventi immediati, il paese rischia di avere due categorie di cittadini: chi può permettersi cure private e chi deve solo sperare.