Torino, 3 set. (Apcom) – Dal conflitto di interesse, al compito dell’opposizione di disegnare un nuovo progetto paese, fino alla dignità del lavoro, con stoccata a Sergio Marchionne, amministratore delegato della Fiat. E poi ovviamente un accenno alla sua creatura “Annozero” che dovrebbe tornare in onda il 23 settembre e che è al centro in questi giorni di un braccio di ferro con il direttore generale della Rai Mauro Masi.
Sono solo alcuni dei temi che il giornalista Michele Santoro tocca nel suo intervento a Torino, in chiusura della giornata di ieri, alla Festa nazionale del Pd.
Appena salito sul palco di piazza Castello, prima ancora di parlare, scatta la standing ovation. E Santoro attacca la sua “Lezione sulla libertà di informazione”, entrando subito nel merito della vicenda di Montecarlo, che ha coinvolto Gianfranco Fini. E’ una vicenda, dice il conduttore di “Annozero” “che attiene a come sono stati usati i soldi di un partito, che è una articolazione della democrazia”. Ergo: gli affari di un partito sono affari di tutti e “a qualunque giornale dobbiamo consentire di scavare nella vita dei leader”. Anzi rinforza il messaggio: “Gli uomini pubblici devono essere passati ai raggi X dell’informazione, che è il cane da guardia del potere”.
Poi Santoro passa ad analizzare “quella stortura, quella puzza di fogna, quello squilibrio democratico che in nessun altro paese esiste”: il conflitto d’interesse. Scatta l’applauso e Santoro fa il nome di Silvio Berlusconi, ma per dire che il conflitto d’interesse non è da addebitarsi solo al primo ministro. Anzi “è una malattia del nostro sistema che coinvolge tutti”. E il primo messaggio per la sinistra lanciato dal palco di Torino è sul dovere dei cittadini “di pretendere che chi si oppone a Berlusconi sappia rinunciare al proprio conflitto d’interesse”.
E i messaggi per il Pd si accavallano nel corso del suo intervento fiume, con l’esortazione a confrontarsi con la gente, a impegnarsi “a fare un leader”, a “disegnare un progetto Paese”, a sedersi attorno ad un tavolo per mettere a punto “un nuovo sistema di regole, con magistratura politica e informazione che devono essere tre poteri distinti”. Al Pd dice: “Battetevi in Parlamento per i problemi che riguardano i diritti di libertà, che non sono negoziabili. E la gente come noi vi darà una mano.E soprattutto lasciate libera la Rai”.
Rai con cui in questi giorni Santoro sta giocando la sua partita per “Annozero”, su cui tuttavia non si dilunga più di tanto. “Io sono un paradosso pazzesco” dice il conduttore, che si chiede: ” Come è possibile che io debba avere un dialogo con il mio direttore generale sul perché dobbiamo rifare ‘Annozero’ un programma che ha avuto il doppio degli ascoltatori della rete su cui è collocato e che ha guadagnato grazie alla pubblicità il doppio di quello che costa e che quindi viene prodotto senza sfruttare un euro del canone?”. E ci tiene a sottolineare che lui e i suoi collaboratori, attorno ad ‘Annozero’, stanno portando avanti una battaglia per la libertà e la dignità del
lavoro.
“E non ci può essere libertà se non c’è rispetto per i lavoratori – dice Santoro – Nel nostro paese la dignità e il riconoscimento del lavoro sono scomparsi dal centro della scena”. Ma mancanza di rispetto per i lavoratori “impedisce di formare quella comunità che Sergio Marchionne invoca, perché una comunità non si identifica soltanto con chi fa profitti. Il lavoratore deve pensare che oltre ad una giusta paga riceve anche la prospettiva di un futuro migliore. Altrimenti non è lavoro, ma sfruttamento”. E nella città della Fiat, parte l’applauso a scena aperta.
Prs
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