Sarà l’anno buono? «Da anni non c’era un’Italia così forte»

Tra 3 giorni il via all’Europeo: si punta al podio. Aneddoti e previsioni dell’esperto Flavio Vanetti: «Una medaglia? Sarà una guerra, ma io ci credo»

Potrebbe essere l’anno buono. Potrebbe esserlo davvero, perché l’Italbasket non è così forte da anni. Una fucina di talento, di soluzioni, di campioni. Ed un sogno, quello di una medaglia.

Questa Italia ha tanti buoni motivi per arrivare a medaglia, a partire dalla cabala: in Francia, a Nantes, vincemmo l’Europeo del 1983, e nel 1999, 16 anni dopo, sempre in Francia a Parigi bissammo quel successo. Dal 1999, neanche a dirlo, sono passati 16 anni, e le finali di questo Europeo si giocheranno, neanche a dirlo, in Francia.
Entriamo nel vivo però, lasciando da parte i numeri e le superstizioni. Già oggi potrebbero essere comunicate le decisioni di Pianigiani sugli esclusi: noi proviamo ad anticiparle con l’aiuto

di Flavio Vanetti, giornalista varesino del Corriere della Sera al suo 14esimo europeo, il primo nel 1985, con il bronzo azzurro a Stoccarda. Ha saltato solo il 1989 ed il 2009, quando l’Italia non si qualificò. Ha visto ori, argenti e bronzi, ma anche mazzate tremende come Karlsruhe 1993 e Antalya 2001.
E ci racconta qualche aneddoto: «Nel 1993 andammo per spaccare il mondo, era la Nazionale di Messina che aveva appena vinto l’oro ai Giochi del Mediterraneo, quella squadra aveva Stefano Rusconi come uomo immagine. E fu un disastro. Ricordo la partita con la Lettonia in cui io ed il collega Tacchini dell’Ansa ci nascondevamo in bagno un po’ perché portava fortuna, un po’ per la tensione. Fu un Europeo indimenticabile, così come come nel 1987 quando la Grecia battè l’URSS del colonnello Gomelsky. Feci la notte a girare per tutta Atene, un vero spettacolo di piazza che non vidi nemmeno quando l’Italia vinse il Mondiale dell’82. Come dimenticare poi Andrea Meneghin a Parigi che nel quarto di finale con la Russia va a rimbalzo, si fa tutto il campo e schiaccia in testa ad un avversario. Oppure, per ridere, quando nel 2001 Pozzecco scriveva sms a Mrsic che aveva appena mandato a casa l’Italia con la sua Croazia. Poz, escluso da Tanjevic, godeva».

Ecco, non può che essere Flavio l’uomo giusto per illuminarci sugli Europei del 2015, in primis sugli esclusi: «Uno di sicuro è Luca Vitali, che ha già lasciato il ritiro per infortunio. Per gli altri sarà dura, io non vorrei essere nei panni di Pianigiani. Premetto che ogni scelta avrebbe una sua logica tecnica, però penso che i tre esclusi saranno Pascolo, Della Valle e Cervi. E spiego il perché: Poeta ha meno talento di Della Valle, ma ha esperienza e potrebbe essere l’uomo in grado di dare il cambio di passo in momenti di difficoltà. Per quanto riguarda Cervi, credo che venga sacrificato sull’altare di Polonara che è un grandissimo giocatore, atletico, che può dare aiuto a rimbalzo. Detto ciò, non mi priverei a cuor leggero di un 2 e 10 come Cervi, visto che con Bargnani e Cusin non mi sembriamo copertissimi sotto canestro».
Le prime amichevoli hanno palesato luci ed ombre di questa squadra: «L’idea che mi sono fatto è quella di una squadra con un grandissimo potenziale nelle mani, la prima da tanti anni che può segnare così tanto. Basti pensare a Gallinari, Belinelli, Gentile, Aradori, Bargnani. A volte ci sono dei black out, vantaggi dilapidati come contro la Russia o l’Ucraina. Detto questo, Pianigiani si gioca tanto se non tutto: dovesse fallire la qualificazione alla Pre Olimpica, andrebbe a casa, nonostante abbia il contratto anche per Rio».
Parlare di medaglie è però prematuro: «Ci sono squadre fortissime come la Grecia, la Spagna, la Francia che gioca le finali in casa, al Serbia vice campione del mondo. Molto dipenderà dall’esordio contro la Turchia, deciderà le nostre sorti, sarà lo snodo fondamentale. Sarebbe poi proibitivo chiudere quarti il girone, perché poi giocheremmo gli ottavi contro la Francia padrona di casa. Non mi sbilancio, però un po’ ci credo ed era da tempo che non avevamo una nazionale così forte».