Guarda calcio, Giorgio Scapini. Tanto calcio: Primavera, Allievi nazionali, serie B, LegaPro; di tutto un (bel) po’. A riposo dopo lo strappo di quest’estate col Varese, l’ex talent scout biancorosso (vent’anni a Masnago) fa quel che non poteva fare prima: «Mi aggiorno». Senza perdere le tracce del recentissimo passato varesino: «Cerco di sapere tutto quel che fanno i miei ex ragazzi – confida Scapini –, quelli che sono finiti in giro. Lo so, è un po’ patologico, ma un pezzo così grosso della tua vita non evapora di colpo».
Tanto calcio visto, dicevamo. Soprattutto Primavera. «L’Inter ha un gruppo di livello altissimo – spiega –, per come gioca e per come è strutturata sembra già una prima squadra. Il trio davanti, Camarà-Bonazzoli-Puscas, potrebbe tranquillamente giocare in serie B. A me piace molto anche Enrico Baldini, un attaccante esterno classe ’96: fossi al Varese, ci farei più di un pensierino per la prima squadra». C’è altro? «Parlando di singoli ragazzi – prosegue Scapini –, Joel Baraye del Brescia è
impressionante. È già un giocatore pronto. Mi piace molto anche il Milan, che ha optato per una politica super-verde, infarcito com’è di classe ’98. Patrick Cutrone, attaccante, è bravissimo; come pure Mastalli a metà campo, anche se è un ’96; Gianluigi Donarumma, portiere classe ’99, lo prenderei subito». Andrea Petagna, diciannovenne ex Milan ora al Latina, è accostato al Varese: «Lo conosco – dice Scapini –, è bravo, è un ragazzo su cui si può pensare qualcosa di interessante».
Il presente è calcio visto. Il recentissimo passato è biancorossissimo. «Ho sentito Mangia dopo l’esonero al Bari – racconta Scapini –. Tra di noi c’è un accordo: niente sms dopo le vittorie, ma ci si chiama quando si fa dura. Gli ho detto che è giovane e che deve essere se stesso. Non è fatto per piazze in cui, ad un certo punto, deve provare ad essere qualcun altro. Ha una sua idea di calcio, chiara e vincente, cerchi un posto in cui portarla avanti. È stato cacciato, ora si ricostruisca con umiltà. Mia ha promesso che torneremo a vedere partite insieme».
Achraf Lazaar, prodotto varesino ora protagonista in A al Palermo, è uno dei vanti di Scapini e dei collaboratori dell’epoca. «In questo momento – dice l’ex talent scout biancorosso – vola. Non ha limiti né pressioni; è semplicemente felice di giocare al calcio in quel modo e a quei livelli. Iachini, poi, gli sta togliendo quella vaghezza che ogni tanto lo prendeva. Le doti tecniche e fisiche, intendiamoci, sono super. Se sento Pisano (altro ex biancorosso e compagno di Lazaar al Palermo), mi dice che Achraf è il solito pirla. Le difficoltà? Arriveranno, ma lui ha dalla sua una mamma davvero incredibile che lo spinge e sostiene».
Sean Sogliano è un altro di quelli con cui non si può perdere il filo. «Nessuna parla male di lui – dice Scapini – perché è schietto, sincero, diretto. E, nonostante una freddezza apparente, è una persona capace di dare calore, di sentimento. Ho assistito a litigi con Ebagua davvero memorabili; ma se poi Ebagua chiama suo figlio Sean Louis ci sarà un motivo. Il suo futuro? Per me c’è il Milan, e sarebbe un approdo logico e meritato».
Il futuro di Giorgio Scapini è una pagina bianca. «Non so che cosa mi attende – conclude –. Potrei anche accettare un incarico legato al calcio dei grandi, delle prime squadre. Però, il mio mondo è un altro, sono i giovani; mi piacerebbe riprendere a fare quel che facevo per il vivaio del Varese. Qualche volta, devo dire, io e il mio staff ci abbiamo anche visto giusto».