Senza alcuna paura, con la sua consueta faccia tosta: risponde sempre presente.
Meno arrembante del solito, gioca la sua partita più conservativa da quando è qui: ma se è quella che serve, è quella giusta.
Da 2 mesi a questa parte è il migliore e non andrebbe più tolto. Ma era diffidato e, ieri ammonito, salterà Varese-Varesina. La sua assenza peserà, ma una grande squadra sa sopperire ad ogni mancanza.
Sempre preciso in chiusura ed elegante in uscita: risposta da campione.
Commette in avvio qualche sbavatura, sembra quasi arrugginito dopo 3 panchine. Poi si desta, inizia a menare e ritrova fiducia. Da qui alla fine servirà parecchio: e Bettinelli non si era dimenticato di lui.
Messias è in assoluto l’elemento più pericoloso del Chieri, quando decide di puntare è quasi imprendibile. Lui viene saltato un paio di volte, poi di riffa o di raffa alza le barricate e Messias non balla più.
Esce in debito d’ossigeno dopo una partita di sacrificio, toccando pochi palloni ma mordendo tante caviglie.
Non è bello, né elegante, né tecnico: così è stato tra i migliori. Ha fatto ciò che serviva, perché c’è chi canta e chi porta la croce. Indovinate cosa ha fatto lui…
Messo lì dietro le punta è a suo agio perché può pressare, picchiare e dare fastidio senza il tarlo di lasciare buchi perché ci sono Gazo e Bottone a proteggerlo.
Corre come sempre, corre perché sa che prima o poi l’occasione buona arriva. Questa volta si occupa di costruire per gli altri, di sudare per tutti, di faticare quando il Chieri avanza. Quando parte è un toro, spesso porta a spasso gli avversari solo con la cattiveria.
Quando c’è da soffrire entra sempre lui: evidentemente perché sa come si fa.
Finché segna un gol decisivo, e il Varese vince, ha ragione lui. Torna titolare dopo 10 giornate, torna al gol dopo 10 giornate, torna decisivo come a inizio stagione. Era finito in fondo alle rotazioni, sorpassato da tutti, non vedeva più il campo, ha sofferto in silenzio. Nessuno più di lui oggi si merita 10. Forse solo uno, che racchiude tutti: Bettinelli.