– «Stefano Malerba, uomo della gente senza manovratori. È l’uomo giusto per la mia Varese, fatta implodere dai partiti». La scelta di campo di , ex presidente di circoscrizione per Forza Italia, tra i volti più noti della Lega Civica che sostiene la candidatura a sindaco di .
È un uomo della gente. Conosco l’integrità e la grande intelligenza di Stefano, a dispetto dell’immagine a volte un po’ cupa.
Con le donne del gruppo ci stiamo confrontando sulla sua immagine pubblica. Stefano ha questa barba che dà sicurezza, che lo accomuna all’uomo della porta accanto. Non è un manichino, e non lo sarà mai. Ma in effetti a volte lo strigliamo perché, da uomo più di sostanza che di apparenza, si dimentica che deve anche un po’ apparire.
Malerba può vincere. Perché l’aria sta cambiando. Lo ha dimostrato la vittoria del mio compagno di scuola alle primarie del centrosinistra.
Lo mostrano con lo scudo, contro i partiti. Malerba è un uomo libero, sta rifiutando gli inviti dei partiti che bussano alla porta, perché la sua libertà fa paura. Ma a lui dei partiti non interessa niente, di quelle dinamiche trite e ritrite che hanno fatto implodere la città.
Malerba è un’opportunità per scardinare una politica e un’amministrazione che hanno fallito. E mi ci metto dentro anch’io: abbiamo e hanno fallito perché chiusi sulle dinamiche dei partiti, che non danno spazio alla gente e alle vere necessità.
È una città che ha bisogno di molta attenzione. Ci sono realtà che a Palazzo non sono mai pervenute ma che fanno stringere il cuore. Persone che hanno bisogno di essere supportate, ascoltate e aiutate. Un esempio? Non possiamo fare una bellissima pista da skate in una piazza Repubblica ridotta così com’è. Avrei il terrore di un figlio che va in quella piazza.
Chiudere le circoscrizioni è stato uno dei motivi che mi ha fatto perdere fiducia. Rappresentavano il collante con il territorio, fondamentale per una buona amministrazione. Si è perso il contatto con le realtà territoriali, sociali, associative, aggregative, sportive, scolastiche.
È stato un bagaglio di esperienza sulla strada, perché, come dice Malerba, «bisogna consumare le suole delle scarpe», lavorando tra la gente. È anche quello che in Forza Italia non ho più ritrovato. Non c’era più la possibilità di muoversi liberamente.
La Varese che vorrebbe lui è quella che vorrebbero tanti miei coetanei quarantenni. Una Varese che possa dare prospettive. Voglio bene alla mia città e voglio vederla bella, sicura, a misura di donne.
Vogliamo una Varese in cui le donne possano essere sicure, rispettate, possano avere la possibilità di lavorare senza dover per forza uscire da Varese, senza dover sacrificare la famiglia, o non essere libere nella propria città.
Non so se mi candiderò, il gruppo deciderà democraticamente i 32 nomi. Ma per una come me che ha sempre fatto la guerra alle quote rosa in Forza Italia, le donne devono esserci non solo per le regole elettorali, ma per merito. E ce ne sono tante vicino a me che hanno voglia di spendersi per il cambiamento.