Scelte confuse, errori, parole al vento

Le telenovele Caja e Iozzelli-Alberani, ambizioni irrealistiche, almeno tre giocatori impresentabili. Budget superiore (così dicono), risultati peggiori. Asse play-pivot fallito. Come la scelta di fare l’Europa

Ecco le principali colpe che hanno condotto la Pallacanestro Varese a un passo dal baratro.

Il primo problema è la esagerata perdita di tempo estiva, al di là della non conferma di Caja. Non è che la scelta di Moretti sia sbagliata, anzi al contrario. Caja però è stato lasciato in sospeso quando nella testa del presidente era già chiaro che non sarebbe stato confermato. Ci si è fossilizzati per troppo tempo cercando di ingaggiare Iozzelli prima ed Alberani poi, prolungando oltre ogni limite la telenovela su Alberani, che si è rivelato sotto contratto a Roma, salvo poi firmare per Avellino due settimane dopo costruendo una squadra da secondo posto attuale.

Secondo problema: si cercava un general manager, quindi una figura con competenze sia manageriali che di campo, ed è stato preso un uomo mercato, un direttore sportivo che non si è rivelato irreprensibile nelle scelte e nella gestione.

Terzo problema: con un budget superiore a quello della stagione scorsa, così almeno si dichiarava ad inizio anno, e sicuramente tra i primi otto del campionato, è stata allestita una squadra lontana dalle aspettative. Il roster è stato rivoluzionato a stagione in corso, nonostante Coppa si sia assunto subito la responsabilità della costruzione della squadra, sentendo sua ogni scelta. Nello specifico: asse play-pivot sbagliato per il terzo

anno consecutivo dopo Clark-Hassel e Robinson-Daniel. Wayns è risultato un giocatore molto condizionante, se non ha la palla in mano è in grado di affossarti la squadra, Davies invece troppo leggero e lento di piedi anche per il campionato italiano. Aldilà di questi due giocatori, che non sono nemmeno i peggiori, è sufficiente fare tre nomi per descrivere il mercato di quest’anno: Thompson, Shepherd e Galloway.

Quarto problema, è mancata la presa di coscienza del valore della squadra e dello stato attuale delle cose a Varese: il nome Pallacanestro Varese non implica a tutti i costi che si debbano fare i play-off. Alla luce del mercato e delle forze in campo, questa squadra non è da play-off ed è inutile continuare a calcare la mano su questo obiettivo quando è chiaro dalla prima giornata che nel mirino dovesse esserci principalmente, e solamente, la salvezza.

Quinto problema: la scelta di fare la Fiba Europe Cup è stata giusta dal punto di vista economico, considerate le entrate derivanti dai passaggi del turno. Tale competizione è stata però affrontata con evidenti problemi di organico, ed ha tolto parecchi punti in campionato, come più volte ha fatto capire Moretti tra le righe. La squadra evidentemente non ha le forze per combattere ed essere competitiva su entrambi i fronti.

Sesto problema: Wayns e Galloway si fanno male ad inizio stagione, giustamente si vira su Ukic, il migliore sul mercato. La squadra è sistemata però si pone il problema della compatibilità tra Ukic e gli stessi Wayns e Galloway al loro rientro. Si perde quindi il primo momento utile per disfarsi di Galloway, tenendo in stand-by Kitchen per un mese.
Ukic entra in collisione con lo spogliatoio, la società si dichiara pronta e vigile già da dicembre per trovare un sostituto. «Ci faremo trovare pronti sul mercato quando scadrà il contratto di Ukic».
Quando è arrivato il sostituto di Ukic? Tre mesi dopo, settimana scorsa.