Scheletro umano nel bosco Mistero al confine svizzero

DUMENZA Ci vorranno giorni. Forse settimane. Per arrivare ad un nome. Per dare un’identità allo scheletro e ai resti di un corpo umano ritrovati fortunosamente a Sessa, in Svizzera. Immersi nei boschi sopra il piccolo paese del Malcantone quasi al confine con il Varesotto e, in particolare, la Val Dumentina. Da giovedì, dopo l’allarme lanciato da un escursionista, gli inquirenti ticinesi sono al lavoro, nel più stretto riserbo, nel tentativo di collegare una identità al corpo. Impresa tutt’altro

che facile. Perché a complicare le cose c’è anche il fatto che i resti sono stati ritrovati sparsi in un raggio di diversi metri. Potrebbero essere stati degli animali ad aver fatto scempio del corpo, ma non si esclude l’intervento di terze persone. E allo stato attuale delle cose ogni pista rimane aperta.
Pochi i dettagli conosciuti. Non è ancora chiaro, infatti, a chi possa appartenere quel corpo. Se a un escursionista colto da un malore, un profugo che avrebbe tentato di raggiungere la Svizzera dai boschi del Varesotto, o persino ad una persona uccisa, insomma, tutte le piste sono battute dalla Polizia. A quanto pare, però, i resti sarebbero in quel luogo da circa un anno. Lasso temporale che se confermato aiuterebbe a restringere il cerchio delle ricerche. Prima di tutto, però, l’inchiesta di polizia dovrà capire se si tratta di una persona di sesso femminile o maschile e stabilirne l’età. Ma da accertare ci sono soprattutto i motivi della morte. Frutto, è possibile, magari anche di un delitto.
Così si è iniziato a contattare i familiari delle persone scomparse, a cavallo tra Italia e Svizzera, nell’ultimo anno. Una lista su cui si sta lavorando in queste ore. Tra nomi delle denunce di sparizione in Svizzera quello di Sarah Salumbu, una cittadina congolese residente a Viganello; Onorato Negrini, italiano domiciliato a Pregassona e sparito a Lugano, visto l’ultima volta nella zona di via Pretorio. Poi c’è Aurelio Giorgini il top manager italiano sparito mentre si recava a Piazzogna. È difficile tuttavia che si tratti del cavadere di Giorgini: le ossa, secondo i primi esami, dovrebbero essere di una persona morta da parecchi mesi. Così gli altri nomi che potrebbero essere presi in considerazione sono quelli di Nedo Girami, il pensionato di Germignaga scomparso  all’età di 81 anni nei boschi di Dumenza nell’ottobre del 2007, e Patrizia Rognoni che manca dalla sua casa di Castelveccana dallo scorso 16 settembre. Per questo sarebbero state allertate anche le forze dell’ordine  del Varesotto. Tra i mille dubbi e le incognite, infatti, c’è solo una certezza. Confermata anche dagli investigatori della scientifica svizzera: arrivare nella zona dove è avvenuto il ritrovamento non è tuttavia facile. Bisogna percorrere una strada piuttosto impervia lungo un sentiero accidentato. Meta degli escursionisti ma anche luogo ideale dove nascondere un cadavere. Sperando che non venga mai trovato.

b.melazzini

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