Schettino è colpevole condannato a sedici anni

L’accusa ne aveva richiesti 26 per il naufragio della Concordia.L’ex comandante piange in aula

Sedici anni e un mese. Questa la condanna inflitta dal tribunale di Grosseto a Giovanni Schettino, unico imputato per il disastro della Costa Concordia, che il 13 gennaio 2012, davanti alla costa dell’isola del Giglio provocò 32 morti. Schettino dovrà anche pagare le spese processuali ed è stato interdetto per cinque anni come comandante di nave. L’ex comandante non era in aula ieri sera al momento della lettura della sentenza, ufficialmente, ha spiegato il suo legale Domenico Pepe, «perché il mio assistito ha ancora la febbre».

Schettino era accusato di omicidio colposo plurimo, lesioni colpose, naufragio colposo, abbandono di nave, abbandono di persone incapaci e omessa comunicazione con l’autorità marittima. Il pubblico ministero Stefano Pizza aveva ribadito la richiesta di condanna per ventisei anni e tre mesi complessivi di reclusione, convinto di aver portato contro Schettino «uno tsunami di prove». I giudici del tribunale di Grosseto si sono ritirati in camera di consiglio ieri intorno alle 12.15, e poco dopo le 20 hanno emesso il loro verdetto, con una pena di 10 anni inferiore rispetto a quanto richiesto dall’accusa.

Nel corso dell’udienza di ieri, Schettino ha rilasciato delle dichiarazioni spontanee, interrotte più volte dal pianto. «Sono stato accusato di mancanza di sensibilità per le vittime -ha detto Schettino- ma cospargersi il capo di cenere è un modo per esibire i propri sentimenti. Una scelta che non ho fatto. Il dolore non va esibito per strumentalizzarlo». Quando ha parlato di «momenti di dolore che ho condiviso coi naufraghi a casa mia», l’ex comandante si è

messo a piangere aggiungendo «non volevo questo». «Signori giudici, oggi quello che sento di dire e che probabilmente non è stato compreso è che quel 13 gennaio sono in parte morto anch’io», ha aggiunto l’ex comandante. «Da quel 13 gennaio la mia testa è stata offerta con la convinzione errata di salvaguardare interessi economici».
Schettino è convinto che si siano volute soddisfare le «logiche utilitaristiche che a tutti sono chiare». «Ho vissuto tre anni in un innegabile tritacarne mediatico -ha proseguito l’ex comandante della Costa Concordia – la cui violenza, se non subita, è difficile da comprendere. Questo, unito al dolore per quanto è accaduto, rende difficile definire vita quella che sto vivendo».