«Scordiamoci i 106 anni di storia»

Varese Calcio - Ernestino Ramella parla chiaro ai suoi: «Il passato non conta in Serie D, pensiamo solo al futuro»

«Cancellare tutto, resettare tutto», è la parola d’ordine, il diktat, di mister Ernestino Ramella. La sua voce, anche dopo la splendida prestazione dei biancorossi a Bormio contro il Torino, è ferma, è dura, e non conosce sconti o tentennamenti: ricorda quella del sergente maggiore Hartman di Full Metal Jacket.«Le amichevoli precampionato servono solo a mettere benzina nelle gambe, e a rodare i primi meccanismi: nulla di più». E così, è stato anche per

la partita contro il Toro di Siniša Mihajlović. «Sono orgoglioso dei miei ragazzi, lo devo ammettere: nonostante abbiano appena iniziato la preparazione e la nostra squadra sia più leggera di almeno 200 chili della formazione torinese, hanno tenuto bene il campo. Non dobbiamo pensare che però il palo preso nel primo tempo voglia dire qualcosa. Quel palo non conta nulla. Conta solamente la voglia che i miei ragazzi hanno messo in campo: solo quello».

Nessuna illusione per Ramella: la Serie D è una belva oscura e famelica, pronta a sfruttare incertezze e passi falsi per ingoiarti irrimediabilmente nel gorgo della metà classifica, anche se parti per vincere. «Dopo sei anni, quella categoria la conosco fin troppo bene. E, posso dire con assoluta certezza, che è più facile giocare in Lega Pro. Da quando è sparita la C2, tutti i giocatori migliori sono scesi in D, e quest’anno saranno ancora più agguerriti: il Varese è la squadra da battere». Indipendentemente dal girone in cui i biancorossi capiteranno, non ci saranno sconti per i campioni d’Eccellenza: «Girone A o Girone B? Poco cambia, per noi: anche in quello piemontese ci sono almeno cinque capoluoghi di provincia, con squadre costruite per vincere il campionato».

Allora il segreto per tornare tra i professionisti, qual è? Il mister ha le idee chiare. Idee che sono, anzi devono essere legge per i suoi giocatori, chiamati all’impresa eccezionale dalla gente del Varese e dalla società: «Scordiamoci il passato. Scordiamoci non solo di aver vinto l’anno scorso l’Eccellenza, ma di tutti e 106 gli anni della storia del Varese. Ora dobbiamo pensare al futuro: per noi deve esistere solo

quello. Non possiamo permetterci di guardare indietro, nemmeno per un secondo, o siamo morti. Scordiamoci di quello che abbiamo fatto, e di quello che siamo stati. Scordiamoci della Serie B e della Serie A. Scordiamoci dei Boninsegna, dei Gentile, degli Anastasi, dei Sogliano, dei Fascetti, dei Melosi e dei Ramella. Perché, in Serie D, non c’è futuro per chi guarda il passato. Solo a fine campionato ci volteremo in dietro».

Lo hanno già capito sia i giovani, che i nuovi innesti: Ramella parla, loro eseguono. «Sui nuovi cosa posso mai dire? Li ho voluti io, assieme a Vago e Merlin: se non fosse stato così non sarebbero mai arrivati. Anzi, se mai dovessero far male, date la colpa solo a Ramella, perché crede in loro, perché loro costituiscono la spina dorsale del nuovo Varese. Calzi ha vinto il campionato con il Venezia, Ferri è un grande professionista e Scapini, in una piazza come la nostra, può solo ritornare al suo periodo d’oro, spinto dal calore del pubblico e dagli stimoli delle motivazioni». Non le manda a dire, il mister biancorosso. Ne ha una per tutti, anche per i più piccoli: «I giovani che già avevamo sono all’altezza. I vari Zazzi e Lercara possono solo crescere e migliorare: sia dal punto di vista fisico, che tecnico. Specialmente dal punto di vista fisico è importante che crescano. I nuovi innesti sanno che per loro questo è un anno importante, decisivo. Anche se le grandi squadre, come Milan e Juventus, li hanno etichettati come scarti delle loro formazioni primavera, non è detto che lo siano davvero. Anzi, facendo un grande campionato possono arrivare a giocare nel calcio professionistico, quello che con il Varese è possibile, e con le loro primavera no. Qui sono al centro del progetto, lì rischierebbero di rimanere ai margini e poi perdersi: per questo voglio che diano solo il loro meglio in campo e in allenamento».

Per ora c’è una sola certezza: i biancorossi sono chiamati a sfoltire la rosa: «Voglio arrivare ad avere 20 giocatori e 3 portieri. Poi, se potessero arrivare anche degli under classe 1998 non sarebbe male, visto che mancano». Il Sergente ha dato ordini e consegne, le sue truppe sono pronte a combattere per un unico scopo: la vittoria. La nostra vittoria.