VARESE Un debito di un milione e ducentomila euro. Tanto deve il Governo italiano alla Scuola Europea di Varese. La necessità di ottenere questi fondi è stato il leitmotiv della festa dei 50 anni della Scuola Europea di Varese. «Gli edifici della nostra scuola sono di proprietà dello stato italiano – ha spiegato José Mario Da Torre, direttore della scuola Europea di Varese, al termine della
cerimonia – Tutti i nostri edifici hanno bisogno di manutenzione e, dai diversi governi che si sono succeduti, non abbiamo mai avuto stanziamenti sufficienti per affrontare le spese. Ci servirebbe anche un parcheggio più grande, che possa accogliere le auto di tutti i nostri 200 insegnanti. Nuove palestre, edifici di maggiori dimensioni e l’ampliamento del tunnel che porta da una parte della scuola all’altra».
L’associazione genitori ha rivolto pubblicamente un appello al sindaco Fontana (presente alla festa insieme all’assessore Enrico Angelini): «Chiediamo al sindaco di interessarsi affinché i fondi possano essere sbloccati e possano così arrivare alla scuola».
«Quella di Varese è la scuola europea nelle peggiori condizioni rispetto alle 12 che ci sono in Europa – ha aggiunto in un secondo tempo Seve Zirimba, presidente del consiglio superiore di tutte le scuole europee – È un peccato perché si tratta di una scuola di eccellenza. Vengono insegnate al top almeno 3 lingue e gli studenti che si diplomano qui si laureano nelle migliori università europee».
La scuola Europea di Varese è la prima ad essere nata in Italia per accogliere i figli del personale del Centro di Ricerca di Ispra. Sul territorio italiano ne esiste solo un’altra che si trova a Parma. «La presenza della scuola ha contribuito al successo del centro di ricerca di Ispra e a portato altre società internazionali di stabilirsi in questa zona – ha detto Dalila Alkhudhairy, ricercatrice e mamma – La scuola, inoltre, rappresenta l’istituzione europea. Gli studenti ricevono una preparazione completa sia nelle materie scientifiche che in quelle umanistiche».
Secondo Christel Berg, direttore della primaria: «la scuola europea ha il grande vantaggio di unire le tradizioni di ogni paese alla multiculturalità. Un mix che insegna agli studenti ad essere moderni e rispettosi dell’antico nello stesso tempo». A questo pregio, si unisce quello di un ambiente “protetto”, offerto da una scuola frequentata da un numero contenuto di studenti.
In questi 50 anni, 3433 alunni hanno ottenuto la maturità. Dai primi 27 alunni del settembre 1960, la scuola è cresciuta fino a raggiungere un picco di 1774 alunni nell’anno scolastico 1976/77. In questi ultimi dieci anni si è stabilizzata a quota 1320 alunni. Il desiderio della scuola è quello di crescere ancora. «Gli alunni aumenteranno non appena l’attuale congiuntura sarà alle spalle e l’economia tornerà ad attivare gli investimenti» precisa il direttore Da Torre che fa anche sapere che il sindaco prenderà contatti per il Ministero per avere una risposta riguardo ai fondi che spettano alla scuola europea. Presente alla cerimonia anche Luigi Stucchi, vescovo di Varese. Adriana Morlacchi
e.marletta
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