Se anche a Bulgheroni brillano gli occhi…

Il commento di Fabio Gandini

Le referenze sono ottime, ma rappresentano solo una cornice, pur molto interessante, quasi accattivante. Il quadro, la vera opera è ancora una tela bianca, immacolata, puramente potenziale.Aleksa Avramović, almeno per ora, è un ragazzo che ieri sorrideva imbarazzato ai flash dei fotografi, che tradiva la comprensibile agitazione toccandosi nervosamente il naso e poi sbocciava con un «buongiorno a tutti» preparato, probabilmente, da ore. Bello apprezzare la sua gioventù, tutt’altro che sfuggente, nei tratti e nello spirito. Bello guardare oltre e cucire su di lui speranze a forma di canestro, pur senza alcuna base logica se

non l’affidamento ai suoi verdi e, sulla carta, talentuosi mezzi. Bello – e qui non si sogna: si respira – soprattutto apprezzare l’inaugurale e tangibile impronta del nuovo corso societario. Il primo acquisto non è un “panda” italiano da tutelare, non è un mestierante americano sulla cui anima (e non solo) bisogna sempre scommettere, non è un vecchio comunitario che ha già regalato altrove gli anni migliori. Il primo passo è una promessa da stringere anche qualora non dovesse essere mantenuta, sfizioso mix di azzardo e pianificazione. Ieri a Toto Bulgheroni brillavano incredibilmente gli occhi…