È successo e succede perché fa parte del nostro lavoro. Noi allenatori non dobbiamo mai aspettarci niente perché quello del calcio è un mondo molto labile.
Ho girovagato per dieci mesi da un campo all’altro, ho visto tantissime partite e ho cercato di apprendere nuove cose. Mi sono informato, confrontato e ho fatto esperienza per capire e per ampliare la mente.
Sì, ce ne sono state diverse ma non le ho accettate perché sarei dovuto scendere a compromessi con chi mi aveva fatto la proposta e soprattutto con me stesso: pretendevano tutti di dirmi come comportarmi e come agire. Non comprendo questo modo di intendere il calcio e dunque quelle offerte non facevano per me. Ho sempre risposto di no.
La chiamata del Varese era quella che sognavo e che avevo sempre sperato di ricevere. È arrivata con qualche giornata di ritardo, quando mancavano appena due partite alla fine del campionato e sembrava tutto perso. Sembrava tutto perso agli altri e forse è per questo che mi hanno chiamato. Ma io ci credevo, ci ho sempre creduto fermamente e questo ha fatto la differenza. Io ci credo sempre: abbasso la testa sul manubrio e continuo a pedalare incurante di tutto ciò che mi accade intorno. Un po’ come sto facendo adesso e come continuerò a fare, trascinandomi dietro tutti coloro che credono nel lavoro e nella forza delle idee.
La mia vita professionale ha certamente avuto un’accelerazione ma io non sono cambiato per niente. Ciò che mi accade intorno non mi ha spostato di un millimetro: ho le stesse idee e perseguo gli stessi principi. Metto la famiglia al centro della vita, frequento gli stessi amici, metto passione in tutto quello che faccio. Non ho venduto e mai venderò la mia anima. Sono consapevole che da un momento all’altro potrei perdere ciò che professionalmente ho costruito e questo mi rende più forte.
Finora abbiamo raccolto quello che abbiamo seminato. Purtroppo sappiamo anche che, tolte le penalizzazioni, in realtà i punti in classifica sono cinque. Per questo ci sarà tanto da soffrire.
L’obiettivo che ci siamo prefissi è chiaro e lo raggiungeremo sicuramente perché lo vogliamo con tutte le nostre forze. Non sarà facile ma ce la faremo perché il lavoro e il sacrificio non ci spaventano. Vivere giornata dopo giornata invece per noi è un obbligo visto che, nella nostra situazione, programmare è alquanto problematico.
Le critiche non sono un problema mio: tanto alla fine avremo vinto tutti. Funziona così: la sconfitta ha un solo colpevole mentre la vittoria ha tanti padroni.
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