Se ne va un altro pezzetto di Varese. Addio Marcella, anima del prestiné

Il lutto - Il padre Antonio aveva fondato il panificio Pigionatti di piazza della Motta, un vero simbolo della città

Nonna Marcella si porta via un pezzo di storia varesina. Nella tarda serata di sabato, la signora si è spenta come aveva vissuto: in mezzo alla sua grande famiglia.E proprio nella casa, all’angolo di piazza Motta sopra la storica panetteria e abitata dalla famiglia dal 1935, sono arrivati tutti per dirle addio.«Per noi è stata una testimonianza di una vita compiuta – raccontano i figli – un esempio di vita anche affidata, in particolare, alla Madonna».Un volto storico del commercio locale che, dal privilegiato punto d’osservazione del “prestiné” della Motta, ha visto mutare la piazza nel passato punto di incontro della città e la via Carrobbio, strada degli acquisti quotidiani di centinaia di Varesini.Accanto a lei, negli anni della vecchiaia, nei momenti della malattia e fino alla fine, è rimasta la sua numerosa famiglia, molto conosciuta in città: i cinque figli Antonia, Anna, Laura, Davide e Arialdo, 20 nipoti e 10 pronipoti.«Lei, che è cresciuta senza mamma, – proseguono i figli – è riuscita ad essere mamma e nonna per noi e per i nostri figli. C’è sempre stata come un punto di riferimento unico».L’attenzione all’altro superava anche le mura domestiche. «È sempre stata disponibile e sorridente con chiunque l’incontrava. Con tutti, uno per volta, lei c’era ed ha sempre aiutato silenziosamente, senza vantarsi o far bandiera della propria carità». Un esempio cristiano piantato come un buon seme nel cuore di tutti i bimbi che sono cresciuti,

tra farina e bancone, di fronte alla chiesa dedicata a sant’Antonio Abate. Il dono dell’accoglienza l’aveva probabilmente ereditato dal papà Antonio, capostipite di tre generazioni di panettieri del quartiere.Era stato lui a istituire la tradizione di festeggiare il proprio onomastico in occasione del falò.Apriva il portone del suo laboratorio e offriva un bicchiere di vino e un panino agli amici, posando su un grosso tavolo i bottiglioni. Una consuetudine che negli anni aveva coinvolto anche sindaco e autorità cittadine che ancora oggi, dopo la benedizione degli animali, si radunano nel laboratorio del panettiere della Motta, di fronte al caminetto scoppiettante per la benedizione dei pani.Punto nevralgico della sagra di Sant’Antonio – perfetto per ritrovarsi nonostante la bolgia – la casa al primo piano ha sempre avuto una vista impareggiabile sulla pira anche quando, soprattutto in tempo di guerra come ricordava Marcella, il falò si faceva con poche cose: quattro cassette di legno e tutto l’entusiasmo dei monelli della Motta.Dopo papà Antonio, l’attività era proseguita con il marito di Marcella, Ernesto, scomparso dieci anni fa, mentre oggi è uno dei figli, Davide a continuare.«Ci ha insegnato a volerci bene – concludono i Pigionatti – ad andare d’accordo e a superare le difficoltà anche se abbiamo caratteri e temperamenti diversi. Il suo è sempre stato un bene gratuito».Dopo il partecipato rosario di ieri sera, i funerali sono previsti per domani, martedì 24 maggio, ma l’orario è ancora da stabilire.